Non stiamo lottando abbastanza per fermare i cambiamenti climatici: è quanto emerso già dalle prime battute della COP 24 di Katowice, dove i grandi del mondo ancora una volta si sono riuniti per discutere della strategia per salvare il Pianeta. Ad aprire i lavori è stato il segretario generale Onu Antonio Guterres, che senza mezzi termini ha parlato di “questione di vita o di morte”. Abbiamo in mano le sorti della Terra, sappiamo per certo che i drammi umanitari sono conseguenza dei cambiamenti climatici generati dal comportamento umano, eppure nemmeno dopo l’accordo di Parigi stiamo facendo il massimo per invertire la rotta.
Gli effetti dei cambiamenti climatici colpiscono soprattutto i territori e le popolazioni più povere del mondo, generano le migrazioni, ma sono ormai evidenti in tutto il mondo, sono davanti ai nostri occhi. Allagamenti, frane, siccità, alluvioni: gli eventi estremi sono all’ordine del giorno in tutto il mondo. Il 2018 sarà con tutta probabilità il quarto anno più caldo di sempre e negli ultimi 22 anni si rintracciano ben 20 degli anni più torridi mai esistiti. Di questo passo tra il 2030 e il 2052 l’aumento delle temperature sforerà il limite di 1,5°C, intanto le emissionoi di CO2 nel 2017 ranno raggiunto un valore mai registrato negli ultimi 3-5milioni di anni. Dobbiamo tagliare le emissioni di 5 volte in più rispetto ai tagli attuali o arriveremo presto a quella soglia di +1,5°C.
Abbiamo solo 20 anni per fermare i cambiamenti climatici
Di fatto, il punto di non ritorno è stato già superato, possiamo solo lavorare per arginare le conseguenze. Ci restano 20 anni, 2 generazioni, per salvare il Pianeta. “Già oggi le morti in Europa legate ai cambiamenti climatici sono migliaia l’anno, ma saranno milioni nel prossimo futuro se non si agisce subito“, dice il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Walter Ricciardi.
Anche la Chiesa cattolica, con il segretario di stato del Vaticano, Pietro Parolin, presente in Polonia, si schiera in primo piano nella lotta, ribadendo le fondamenta etiche della battaglia per il rispetto della dignità umana, il contrasto alla la povertà e la riduzione dei cambiamenti climatici.
Le priorità dei Verdi Europei e dei Verdi italiani rispecchiano la necessità di un’Europa che difende la trasformazione ecologica delle economie. I nuovi modelli economici si tradurranno in nuovi posti di lavoro di qualità, in giustizia sociale, in forme di democrazia inclusiva. La nuova Europa ha a cuore la diversità e lo stato di diritto, la nuova Europa promuove la pace internazionale e gli obiettivi di sviluppo sostenibile. E’ una promessa non solo verso il Pianeta, ma verso i nostri figli, verso le nuove generazioni che erediteranno il mondo che lasciamo loro.
Nel 2019 i Verdi saranno artefice del cambiamento in Europa con una serie di obiettivi ed impegni molto chiari, inseriti all’interno del programma che rivolge agli elettori:
- Combattere il cambiamento climatico eliminando gradualmente il carbone entro il 2030, bloccando qualsiasi sussidio alle fonti fossili e al nucleare, promuovendo l’efficienza energetica e passando al 100% di energie rinnovabili.
- Investire in economia equa, ricerca e innovazione verdi attraverso un Green New Deal che generi lavoro di qualità e posti di lavoro dignitosi, sostenibilità, inclusione sociale, maggiore resilienza alle crisi e stabilità, con una produzione manifatturiera e una finanza più realmente ecologiche, lontane dal greenwashing.
- Garantire un reddito minimo dignitoso nei Paesi membri di un’Europa che si trasforma progressivamente in una vera unione sociale, che dà più potere ai lavoratori, combatte la povertà e riduce le disuguaglianze. La promessa sociale di giustizia e inclusione deve valere per tutti i cittadini. Combattiamo il dumping sociale. E’ ora di garantire una retribuzione equa, diritti sindacali e condizioni di lavoro dignitose per tutti, oltre ad un reddito minimo dignitoso. Congedo di malattia adeguatamente retribuito e congedo parentale devono essere equi in tutti i Paesi e devono essere sostenuti esperimenti nazionali su regimi di reddito di base universale e di riduzione dell’orario di lavoro.
- Difendere lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, aumentare la trasparenza e combattere la corruzione. L’UE ha bisogno di un meccanismo vincolante e completo per monitorare regolarmente lo stato della democrazia, il diritto delle forze di opposizione a essere ascoltate, lo stato di diritto, la libertà di stampa e i diritti fondamentali in tutti gli Stati membri dell’UE. Occorrono misure di sostegno ai media indipendenti, alla società civile e, se necessario, sanzioni adeguate. E occorre maggiore trasparenza delle istituzioni dell’UE, indispensabile per i cittadini, che si ritrovano ad incolpare genericamente “Bruxelles”. L’UE deve sostenere i gruppi minoritari contro qualsiasi discriminazione, fornire protezione ad attivisti, giornalisti e informatori che rivelano informazioni nascoste nell’interesse pubblico.
- Difendere il diritto di asilo e stabilire canali legali e sicuri per la migrazione, realizzando una politica di asilo basata sulla solidarietà, sull’umanità e su una procedura ordinata che comprenda un’equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri e il ripristino di una missione europea di salvataggio in mare. L’Unione deve sostenere i Paesi e i comuni che si impegnano nell’integrazione dei rifugiati o dei migranti, senza che mai l’aiuto ai migranti sia criminalizzato e si finisca in carcere per aver chiesto asilo.
- Rendere i treni una vera alternativa agli aerei in Europa, con un programma di mobilità che trasformi il settore dei trasporti e permetta di superare la nostra dipendenza dall’inquinamento delle automobili il più rapidamente possibile. Occorrono investimenti in reti ferroviarie regionali e transfrontaliere. Le emissioni di CO2 del settore dei trasporti continuano ad aumentare, in particolare dalle auto e dai voli, ma esiste l’alternativa dei treni veloci, treni notturni e regionali.
- Proteggere la salute dei nostri cittadini combattendo l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e fermando i rifiuti di plastica. Occorre un nuovo programma d’azione ambientale. Migliaia di persone muoiono ogni anno a causa delle polveri sottili e di altri inquinanti atmosferici. Un aumento significativo di malattie è stato provocato dal degrado ambientale e da stili di vita malsani. Prodotti chimici, ormoni, nitrati o microplastiche presenti nella nostra catena alimentare pongono molti pericoli per la salute. L’Unione europea deve tassare o vietare la plastica non riciclabile, sviluppare alternative sostenibili e aumentare gli obiettivi di riciclaggio. Dobbiamo preservare la natura espandendo le aree naturali protette in modo che coprano i principali ecosistemi. Le aree marine protette devono coprire il 20% dei nostri mari.
- Produrre un buon cibo locale, senza OGM e senza pesticidi, gestire gli allevamenti senza crudeltà verso gli animali, bloccando le sovvenzioni all’agroindustria che distrugge i suoli, accentua le crisi della biodiversità e monopolizza la produzione alimentare. I pesticidi più velenosi devono essere vietati il prima possibile. La misura in cui gli agricoltori traggono beneficio dalle politiche agricole europee dovrebbe dipendere da quanto essi proteggono il clima, proteggono l’acqua, investono nel benessere degli animali, proteggono la biodiversità e si astengono dall’uso di OGM. Vogliamo prezzi equi per i prodotti degli agricoltori delle zone rurali vitali, invece di offrire introiti enormi ad alcune multinazionali. E vogliamo difendere il benessere degli animali da allevamento contro l’allevamento di massa e la tortura dei trasporti a lunga distanza.
- Garantire l’accesso gratuito a un’istruzione di qualità, tirocini equamente retribuiti e lavori dignitosi per i giovani. L’istruzione superiore deve essere a prezzi accessibili e l’accesso a lavori con buoni salari deve essere equo. La protezione sociale per i giovani dovrebbe essere garantita da un reddito minimo e da esperimenti sul reddito di base. L’Europa deve investire massicciamente nel finanziamento dell’apprendimento permanente e della riqualificazione, nei programmi di scambio come l’Erasmus, inoltre ogni giovane deve avere la possibilità di sviluppare i propri progetti di volontariato.
- Lotta per la giustizia fiscale subito. L’evasione e l’elusione fiscale minano la democrazia. La tassazione iniqua contribuisce alla disuguaglianza. I Verdi intendono sviluppare regimi fiscali che non continuino a privilegiare le grandi multinazionali e i ricchi. In Parlamento europeo abbiamo già lottato per una maggiore giustizia fiscale, continueremo ad intervenire contro i paradisi fiscali, l’evasione fiscale, l’elusione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco. Vogliamo introdurre una tassa digitale in Europa.
- Lotta per un’Europa femminista, contro la violenza di genere e per la parità di diritti per tutti. La parità di genere è al centro delle politiche verdi. Vogliamo che il diritto all’aborto sia incluso nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Vogliamo garantire a tutti cure e servizi per la salute sessuale e riproduttiva, compreso l’aborto, che siano gratuiti e accessibili, di buona qualità e sicuri. L’Europa deve combattere la violenza di genere come stabilito nelle politiche comunitarie per la prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica. Tutti i paesi europei devono attuare la convenzione di Istanbul in via prioritaria. Siamo determinati a garantire la parità di retribuzione per lo stesso lavoro e una composizione più equilibrata rispetto al genere delle strutture di potere. Vogliamo che tutte le politiche e i servizi riconoscano la vera diversità degli europei e che affrontino e prevengano tutte le forme di discriminazione e violenza, comprese contro la comunità LGBTIQ.
- Fermare le esportazioni di armi ai dittatori e alle parti belligeranti e promuovere lo sviluppo. L’UE è ancora un progetto di pace. Per mantenere la pace, l’Europa ha bisogno di una politica di sicurezza e di difesa comune, mettendo in comune e condividendo le risorse e coordinando gli sforzi degli Stati membri. L’Europa non deve cercare di trarre profitto da esportazioni senza scrupoli di armi e tecnologie di sorveglianza a dittatori o a parti belligeranti. La stabilità e lo sviluppo non possono essere garantiti solo con mezzi militari. L’Europa dovrebbe aumentare i finanziamenti alla cooperazione allo sviluppo e aumentare i finanziamenti alla prevenzione, risoluzione mediazione civile dei conflitti.