In seguito alla mia intervista apparsa sull’Huffington Post, vorrei chiarire un punto sul nostro rapporto con “La Sinistra” e con il PD.
In una situazione nella quale dobbiamo convincere il 50% degli elettori ad andare a votare, credo che in Italia ci sia spazio per una proposta ambientalista, chiara e netta, plurale e progressista, europeista senza alcuna ambiguità e disposta, in Europa e in Italia, a giocare in pieno un ruolo nei futuri equilibri di governo che si verranno a creare. È in questo senso che ho parlato della possibilità di dialogo con il PD dopo le elezioni (l’espressione “pacchetto di voti”, peraltro, non rende bene questa idea).
Ma credo che che ci sia anche lo spazio per una proposta identitaria di Sinistra, meno netta sull’appoggio al progetto europeo, più definita come forza antagonista e con priorità politiche e di schieramento diverse. Questa è la situazione in quasi tutti i grandi Paesi, perché non dovrebbe esserlo anche da noi?
Peraltro, una buona parte della sinistra, come racconta la nascita di Europa Verde, può essere interessata a partecipare a un progetto che metta al primo posto l’Europa e l’ecologia. Appunto, l’etichetta per me è meno importante del contenuto. Con gli amici di Possibile, ma anche con molte personalità ecologiste ed esponenti della sinistra e della società civile, abbiamo lavorato per mesi a definire un’alleanza per le elezioni europee. Possibile è un partito certamente schierato a sinistra ma è da sempre impegnato con noi, in Italia e in Europa, su tutti i fronti della democrazia europea e dell’ambiente.
Quindi non ci perdiamo in inutili contrapposizioni. Rendiamo utile il voto del 26 maggio. Utile e verde: ma anche progressista e femminista.