“L’omeopatia è un metodo terapeutico più avanzato e raffinato,che consente di trattare il paziente in modo economico e nonviolento”
Mahatma Gandhi
Oggi siamo in piena restaurazione culturale e politica.
Il ritorno al nefasto nazionalismo ottocentesco, reazione ad una globalizzazione distruttrice, porta con se anche il ritorno ad aberrazioni culturali che si speravano superate.
Un neopositivismo scientista che si ammanta di infallibilità, negando così il suo statuto di scienza, e che si affianca al potere economico e politico per imporre la sua visione del mondo.
Dopo Einstein e la fisica quantistica torniamo purtroppo a queste aberrazioni.
Certo, elementi di cialtroneria, inevitabilmente presenti in ogni vicenda umana e quindi anche nel mondo “alternativo”, offrono il destro ad aggressive campagne dei detentori della verità.
L’espulsione dall’ordine dei medici di storici esponenti di Medicina Democratica per diversità di opinioni sui vaccini, indica il livello di inciviltà raggiunto.
Mentre le malattie iatrogene raggiungono picchi mai visti, realizzando purtroppo la visione di Ivan Illic in Nemesi Medica, mentre scoppia l’emergenza antibiotici, divenuti inefficaci in gran parte per il loro abuso in campo medico e negli allevamenti industriali, mentre crescono le malattie degenerative dovute ad un sempre più pervasivo inquinamento del’aria, dell’acqua, del suolo, dei cibi…si additano come capri espiatori le Medicine Non Convenzionali.
I nuovi “custodi del lucignolo spento” (don Milani) della pseudoscienza neopositivista dettano legge sui media e sui social e producono una disinformazione di massa funzionale ai profitti di Big Farma e ad una spersonalizzazione dell’essere umano ridotto a macchina manipolabile a caro prezzo dall’officina medica.
Ma la medicina, prima di essere scienza, è un’arte. Che ha a che fare con la complessità di un vivente umano che esiste solo grazie ad un continuo flusso in entrata di materia ed energia. Un flusso oggi pesantemente alterato da un inquinamento ubiquitario come ben documentava già negli anni ottanta Aldo Sacchetti nel suo libro L’Uomo Antibiologico.
Ripercorriamo dunque la vicenda Medicine Non Convenzionali in Italia negli ultimi decenni per capire cosa fare oggi in questo clima negativo, consapevoli che sarà dura lotta contro interessi potentissimi.
E che , dopo l’omeopatia, toccherà all’agricoltura biologica e biodinamica difendersi da attacchi forsennati di cui già si vedono le prime avvisaglie.
Parte da metà degli anni ’90 l’impegno dei Verdi italiani in Parlamento per far approvare norme a favore delle Medicine Non Convenzionali anche in Italia, sul modello di altri paesi europei.
Proposte di legge erano state presentate fin dall’ingresso dei Verdi in Parlamento (1987) ma senza risultati.
Nel febbraio 1996 i parlamentari Verdi insieme con 125 deputati di vari gruppi appoggiano la battaglia del comitato per la difesa dell’omeopatia per salvare i medicinali omeopatici già presenti in Italia e messi a rischio da un errato recepimento di norme comunitarie.
Nel Parlamento europeo i Verdi da sempre sostengono le Medicine Non Convenzionali.
Il Ministro della Sanità Elio Guzzanti emana un decreto (n. 176 del 96) che consente il mantenimento sul mercato dei farmaci per 5 anni.
Ma il decreto, reiterato tre volte, decade ed è solo con la legge 8 ottobre 1997 n. 347, primo firmatario Galletti, che si risolve momentaneamente il problema, che, di proroga in proroga, prima con Luana Zanella poi con l’ultimo emendamento del senatore Gianpaolo Silvestri, mantiene i prodotti in commercio fino al 2015, come in Francia.
Nella finanziaria del 2000, con un emendamento Galletti viene portata l’iva sui medicinali omeopatici dal 20% al 10%.
Ma è nella primavera del 2001 che la Commissione Affari Sociali della Camera approva la legge quadro sulle Medicine Non Convenzionali (3891).
La fine della Legislatura impedisce l’approvazione in aula. Anche se l’Ulivo l’aveva messa tra le priorità di fine legislatura.
Massicci interventi con migliaia di emendamenti da parte di deputati fin qui disinteressati segnala un forte intervento di poteri esterni per impedire l’approvazione della legge.
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Nella legislatura successiva l’on. Paolo Lucchese riprende il lavoro iniziato.
La proposta viene appesantita da tutta la partita riguardante le discipline bionaturali e dopo innumerevoli audizioni e confronti i cinque anni passano senza l’approvazione.
Nella Legislatura successiva il senatore Gianpaolo Silvestri riprende il lavoro interrotto ed al Senato (relatore Bosone) si apre la discussione sulla Pdl sulle Medicine Non Convenzionali. ma senza arrivare a risultati.
Nulla si muove nelle successive legislature.
E’ la conferenza stato regioni che in qualche modo disciplina la materia.
In Toscana in particolare vengono sviluppate con un ospedale dedicato a Pitigliano
Mentre l’agenzia del farmaco inizia la registrazione dei farmaci omeopatici con penalizzazioni e restrizioni delle aziende italiane.
Intanto alcune produzioni sono state spostate in altri Paesi meno persecutori verso questa medicina.
Nel 2002 a Terni la Federazione degli Ordini dei Medici ed Odontoiatri ha riconosciuto come atto medico le Medicine Non Convenzionali.
Oggi, con una aggressiva campagna sui media si attacca frontalmente l’omeopatia, come falsa medicina.
Ma l’arte medica la utilizza in tutto il mondo e sono in corso ricerche per comprendere come funziona.
La sua efficacia su animali (è prescritta negli allevamenti bio) e sulle piante (ricerca Università di Bologna, facoltà di agraria) smentiscono la fake news che si tratti di effetto placebo.
Il famigerato studio australiano che la condannerebbe è stato smascherato come studio di parte, che usa parametri arbitrari che escludono studi positivi per l’omeopatia e viziato dalla presenza di persone facenti parte di associazioni anti omeopatia.
Il documentario “Just One Drop” lo racconta efficacemente.
L’omeopatia prospera nel mondo tedesco, viene rimborsata dal servizio sanitario in Svizzera,è la medicina della casa reale inglese, da sempre esiste negli stati uniti e nel mondo anglosassone, in america latina e in India, dove Gandhi la definì un metodo terapeutico più avanzato e raffinato che tratta l’uomo in modo economico e nonviolento.
Quella per le medicine non convenzionali è una battaglia che è prima culturale che politica.
Senza nessun integralismo ma anche senza nessuna faciloneria.
Queste medicine, che hanno uno status epistemologico originale non possono essere ridotte con disinvoltura a qualche strumento terapeutico in più.
Andrebbero correttamente chiamate Medicine Tradizionali (OMS), Complementari e Alternative (USA).
Si definiscono Non Convenzionali, utilizzando la terminologia del Parlamento Europeo.
Se lavoriamo per una integrazione di tutte le medicine e le terapie non possiamo però nascondere la differenze in una visione grigia e indistinta, il contrario dell’arcobaleno che desideriamo.
Proprio come ecologisti sappiamo che l’immagine dell’uomo e del mondo che sta sotto ogni modo di curare è fondamentale per la stessa cura.
Le Medicine Non Convenzionali sono portatrici di visioni dell’uomo e del mondo che non sono complementari all’attuale medicina ufficiale che, pur con i suoi innegabili meriti, è ben lungi dall’avere un’immagine completa dell’uomo e del mondo.
Integrarsi significa confrontarsi e mettersi e mettere in discussione.
Fondamentale la qualità della formazione dei medici esperti, sia tramite scuole accreditate che tramite una università qualificata.
Una giusta e snella normativa nazionale che qualifichi i medici e garantisca i cittadini che a loro si rivolgono costituisce un obiettivo politico desiderabile.
Paolo Galletti, responsabile salute Federazione dei Verdi
(già relatore della proposta di legge sulle Medicine Non Convenzionali approvata dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati nella XIII Legislatura)