La RAI garantisca il pluralismo dell’informazione

Troviamo scandaloso che le istanze di migliaia di cittadini non trovino voce alcuna.

Come è possibile garantire il diritto del cittadino all’informazione quando alcune forze politiche sono sistematicamente tagliate fuori dai notiziari e dai talk show della TV di Stato?

Da oltre un anno i Verdi non registrano una presenza televisiva degna di essere chiamata tale: marginali nei TG e del tutto assenti dai format, in alcuni di essi ne viene addirittura negata l’esistenza. Benché questo, di per sé, possa bastare a dare un’idea di quanto il pluralismo sia ben poco garantito dalle reti pubbliche italiane, è d’obbligo rilevare come persino l’AgCom abbia smesso di considerare la nostra voce come rappresentativa di una fazione politica definita, la sola, in Italia, a far parte di un partito politico transnazionale con un gruppo di riferimento all’interno del Parlamento Europeo, per la precisione il quinto per numero di parlamentari.

Senza scavare troppo a fondo, basta sfogliare gli ultimi tre rapporti sul Pluralismo politico/istituzionale in televisione pubblicati dal Garante per le telecomunicazioni per rendersi conto che non c’è traccia dei Verdi, probabilmente finiti nel grande calderone degli “Altri”.

Noi, invece, ci siamo: siamo vivi e vegeti e lottiamo fianco a fianco con coloro che, preoccupati dal futuro a tinte fosche riservato all’ambiente, sono scesi e stanno scendendo nelle piazze di tutta Italia. In un’ottica di dibattito e di informazione che sia veramente plurale, troviamo scandaloso che le istanze di migliaia di cittadini non trovino voce alcuna, che forze politiche sensibili da sempre alle loro sollecitazioni vengano ignorate e bistrattate. Siamo pertanto convinti che i Verdi debbano essere invitati a prender parte ai dibattiti e ai programmi di approfondimento: è necessario che questo inaccettabile boicottaggio finisca immediatamente.

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