Mozione politica approvata

IL CORAGGIO DI CAMBIARE Mozione politico-programmatica Assemblea nazionale della Federazione dei Verdi (14-15 gennaio 2012) L’Italia ha un’emergenza, e si chiama futuro. Il futuro incerto, buio per milioni di...

IL CORAGGIO DI CAMBIARE

Mozione politico-programmatica Assemblea nazionale della Federazione dei Verdi (14-15 gennaio 2012)

L’Italia ha un’emergenza, e si chiama futuro. Il futuro incerto, buio per milioni di italiani. Un futuro che è stato rubato alle nuove generazioni da una crisi economica e sociale profonda, che ha prodotto e continua a produrre un’altrettanto grave crisi ecologica.

Berlusconi non governa più: ed è il risultato prioritario per cui tutti noi ci siamo battuti, insieme a milioni di donne e uomini italiani. Ma era solo questo il problema? Quale deve essere la nostra vera preoccupazione? Come sconfiggere il berlusconismo, che ha contagiato la società e anche la politica italiana, in alcuni casi anche quella di sinistra?

Qualche esempio. L’individualismo sfrenato, il venir meno di una politica dei beni comuni, la personalizzazione della politica. Quella personalizzazione per cui la politica la fanno i leader, a tal punto che i simboli di partito non evocano più ideali e passione, ma solo o quasi esclusivamente il nome del leader. Il vero problema oggi è come avviare la ricostruzione non solo politica, ma anche morale, sociale e culturale dell’Italia, terremotata dal berlusconismo. Allora non è sufficiente che Berlusconi non governi più, ma è necessario superare quel modello sociale e culturale intorno al quale sono cresciute intere generazioni. E allora noi dobbiamo avere il coraggio di osare anche sotto questo profilo e cominciare a fare qualcosa di vero ed efficace, che sia utile al futuro del nostro Paese, aprendo un confronto con il Governo Monti sulle proposte programmatiche a noi care.

Ridurre le spese per armamenti. Tassare i grandi patrimoni. Utilizzare le risorse destinate al Ponte sullo Stretto di Messina e alla Tav in Val di Susa per difendere invece l’Italia dal dissesto idrogeologico, per finanziare il trasporto pubblico che sta collassando, per sostenere le politiche sociali.

Avremmo bisogno di un Ministero delle piccole opere anziché delle grandi opere, un Ministero per far aprire 100.000 piccoli cantieri che possano produrre subito 1.000.000 di posti di lavoro, e non tra 20 anni. Sostenere l’Università, la ricerca , l’innovazione tecnologica, la green economy. Ridurre i costi della politica e non della democrazia, eliminare quindi i privilegi ingiustificati, la cumulabilità delle cariche e introdurre un limite massimo ai compensi. È inaccettabile che Marchionne guadagni 1037 volte di più di un suo operaio.

Dobbiamo costruire, nell’Italia che amiamo e che vogliamo, un’etica della responsabilità . C’è una grave emergenza di cui dobbiamo occuparci: è il grande problema di garantire effettivamente il diritto costituzionale al lavoro. Dobbiamo lavorare per un piano dell’occupazione in Italia in un quadro di sostenibilità sociale e ambientale. Dobbiamo affrontare la crisi del trasporto pubblico locale, che, a causa degli irresponsabili tagli realizzati dalle ultime manovre economiche, sta portando alla soppressione di importanti linee di trasporto nelle maggiori città italiane. Dobbiamo dare ancor più vigore alle nostre battaglie in difesa dei diritti degli animali.

Ogni giorno l’Italia è sempre più povera e migliaia di famiglie entrano nella fascia di povertà. Di fronte ad una crisi economica, sociale e anche ambientale di queste drammatiche proporzioni, dobbiamo avere il coraggio di crescere per diventare grandi, ovvero per realizzare una grande forza politica che sappia assumersi la corresponsabilità di governare la conversione ecologica dell’economia e della società, per contribuire a costruire una società migliore, più giusta e vivibile.

Dobbiamo proseguire con ancora più forza e determinazione nel processo di cambiamento avviato con la Costituente ecologista, civica e verde, come deciso fin dal Congresso di Fiuggi del 2009, perchè abbiamo aperto una nuova e positiva fase dell’ecologismo politico in Italia. Lo straordinario successo delle “Primarie sul simbolo” – che hanno visto la partecipazione di 16.000 cittadini – ha rappresentato una grande innovazione politica e di partecipazione, molto apprezzata dalle cittadine dai cittadini che ne sono stati coinvolti. Questa è stata una tappa importante del cammino che stiamo seguendo, e avrebbe potuto avere una partecipazione anche più vasta, se tutti si fossero impegnati pienamente nella sua entusiasmante realizzazione. I Verdi italiani valorizzano e sostengono il percorso della Costituente ecologista, cosi come è stato portato avanti sino ad oggi e come è già avvenuto finora nel rispetto delle regole e del mandato politico congressuale, del Consiglio federale nazionale e dell’Esecutivo nazionale e riconoscono l’esito delle Primarie e le decisioni dell’Assemblea Costituente ecologista, civica e verde.

Anche in Europa i movimenti e i partiti dei Verdi e degli Ecologisti sono in fase di profondo cambiamento, per essere pronti alla sfida della modernizzazione, della sostenibilità e della conversione ecologica. È accaduto in Francia con Europe écologie, che ha visto i Verdi francesi, Les Verts, accettare la sfida del cambiamento. Sta accadendo in Spagna con Equo, che vede protagonisti di questo progetto leader di associazioni ambientaliste e diversi movimenti, che si sono uniti per dare una nuova dimensione anche all’ecologismo politico di quel paese. Straordinario è il successo che stanno ottenendo i Grünen tedeschi, in continua crescita e che ora governano il grande Land del Baden-Württemberg, dopo sessant’anni di governo democristiano.

Noi Verdi italiani, dopo una crisi profonda e drammatica – che ci ha visto uscire dal Parlamento italiano e dal Parlamento europeo dopo quasi un quarto di secolo di ininterrotta presenza – abbiamo saputo reagire e ora dobbiamo continuare ad avere il coraggio di osare e di cambiare, per costruire con tutti gli ecologisti qualcosa di grande e credibile, che possa essere punto di riferimento per milioni di italiani, così come è accaduto in altri paesi d’Europa quali la Francia e così come il Congresso dei Verdi di Fiuggi ha chiaramente indicato.

Se in Francia non si fosse realizzato quel patto federativo tra individui, associazioni ambientaliste e Verdi, non sarebbe mai nata Europe écologie. Nel 2007, alle elezioni presidenziali francesi, i Verdi ottennero solo l’1,7 %, per poi conquistare invece nel 2009, con Europe écologie, il 16%, risultato straordinario confermato anche nelle elezioni regionali del 2010. Dobbiamo dunque avere l’ambizione di costruire una forza ecologista, verde e civica dei grandi numeri, in forte collaborazione e cooperazione dal punto di vista politico e programmatico con i Verdi Europei.

La storia dei risultati dei Verdi italiani è stata una progressiva diminuzione di consensi, che dal 3% è arrivata al 2 % delle elezioni politiche del 2006 (pur con una campagna elettorale costata quasi 6 milioni di euro, con una incredibile dispersione di risorse). Da questi dati storici dobbiamo prendere atto che solo costruendo una prospettiva assai più ampia dell’ecologismo politico italiano, che vada ben oltre i Verdi attuali, collegandosi alla dimensione dei Verdi europei, potremo costruire davvero una forza politica che abbia l’ambizione di raggiungere il peso politico e le percentuali elettorali europee.

Solo riconquistando alla passione politica e all’impegno civile settori sempre più ampi di cittadine e cittadini – e in particolare anche quegli italiani che in numero sempre crescente nelle ultime scadenze elettorali si sono astentuti dal voto – si potrà sconfiggere il modello culturale del berlusconismo e realizzare una svolta politica, culturale e morale, oltre che ecologica, nel nostro Paese.

Diritto al futuro, ricambio generazionale, lotta ai privilegi, accesso alla casa, al credito e al mondo del lavoro, cambiamenti climatici, una fiscalità più equa contro le crescenti disparità sociali, green economy e green jobs, stop al consumo del territorio, difesa dei beni comuni, sì alle energie rinnovabili, difesa dei diritti civili e umani, tutela dei diritti degli animali: queste dovranno essere le parole-chiave della nostra proposta.

La responsabilità verso l’intero Pianeta, e in particolare verso l’Italia e l’Europa, è alla base del nostro impegno. Va cambiato l’attuale modello di sviluppo economico e di consumi, responsabile dei cambiamenti climatici e globali in atto, basato sull’uso delle fonti fossili, su un consumo senza limiti delle risorse naturali e su produzioni intensive animali: un modello che ha generato e genera nella Terra povertà, squilibri e guerre, temi che saranno affrontati alla COP 17 di Durban e a Giugno 2012 a Rio nell’incontro Rio+20. Va superato il P.i.l. con nuovi indicatori che sappiano valutare lo sviluppo prima di tutto in termini di benessere sociale e ambientale e che non considerino i cittadini semplici consumatori, bensì soggetti portatori di diritti e capaci di responsabilità. Stiamo costruendo una forza federata – ecologista, civica e verde – che deve saper portare i propri contenuti e valori ad essere centrali nella società e ad influenzare trasversalmente tutte le cittadine e i cittadini, fuori dai confini ideologici del secolo scorso.

La nostra proposta ecologista parla di vita, futuro e felicità e serve per costruire un’Italia diversa e un Pianeta accogliente e sostenibile sia sul piano economico-sociale che ambientale. Siamo pronti al confronto programmatico con quelle forze politiche che vogliano mettere al centro il tema della conversione ecologica dell’economia, della difesa del territorio e del paesaggio, dei beni comuni, della green e blu economy, del potenziamento del trasporto pubblico. E riteniamo prioritaria la difesa dell’esito dei referendum, a partire principalmente da quello sull’acqua, che il governo ora caduto, ma anche alcuni esponenti dell’opposizione hanno cercato di ignorare, legiferando in direzione opposta alla volontà di 27 milioni di italiani.

Per le prossime elezioni, anticipate o meno che siano, proponiamo che il nuovo soggetto politico federato – ecologista, civico e verde – costruisca liste che siano aperte alla società civile e a personalità autorevoli dell’ecologismo, delle reti civiche, della cooperazione, della ricerca, dello spettacolo e della cultura, con un’adeguata presenza giovanile e con la parità di genere, aperte a tutti i soggetti politici che condividano l’urgenza di mettere al centro il tema della conversione ecologica dell’economia. Per affrontare non solo il problema epocale dei cambiamenti climatici e delle forme di inquinamento, che stanno mettendo in discussione la salute dei cittadini, ma per dare una risposta vera e moderna, ecologicamente sostenibile, al problema drammatico dell’occupazione. Dobbiamo infine lavorare ad un Seminario con i Verdi europei su “Quale politica estera in Europa”. Nostro obiettivo è arrivare ad una politica estera europea e a costruire i corpi civili di pace ed una polizia internazionale, che possano intervenire per difendere le popolazioni dai rischi di sterminio, prevenendo i conflitti e difendendo le popolazioni con azioni di polizia non condizionati dagli interessi geo-politici delle grandi potenze.

OBBIETTIVI PROGRAMMATICI

La crisi economica e del modello di sviluppo

Da anni siamo in una gravissima crisi economica, sociale ed ecologica, che è anche la crisi di un modello di sviluppo. Il Governo italiano, ora caduto, ha sottovalutato l’impatto della crisi economica, affrontando con ritardo tutti i problemi. Un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità sociale ed ambientale, sulla pace e la solidarietà internazionale, sul cambiamento di produzioni e consumi, sui diritti e sull’uguaglianza è ormai una necessità che offre vantaggi ed opportunità per i cittadini, l’economia, l’ambiente.

COMBATTERE I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Applicare il Protocollo di Kyoto recuperando i ritardi accumulati dell’Italia

I costi per il nostro Paese, per i ritardi nell’attuazione degli impegni che abbiamo sottoscritto con il Protocollo di Kyoto, ammontano, al 18 novembre 2010, ad oltre 1 miliardo e mezzo di euro. Va dato seguito a tutti gli impegni presi, rispettando il limite nelle emissioni di 483 Mt CO2 eq assegnato all’Italia (-6,5% rispetto al 1990). Nel bilancio di previsione del Ministero dell’Ambiente per il 2011 vengono assegnati solamente 31,7 milioni di euro per i programmi riguardanti la “Convenzione sui cambiamenti climatici” e non è ancora stato attivato il “Fondo rotativo destinato a finanziare le misure di attuazione del protocollo di Kyoto”, istituito nel 2007 e mai partito. E’ necessaria l’attivazione immediata del fondo con la predisposizione di una disponibilità iniziale – almeno equivalente a quanto stanziato al momento della sua istituzione – di 200 milioni di euro.

Oltre il 20/20/20

Al G8 a L’Aquila anche l’Italia si è impegnata a tagli delle proprie emissioni superiori a quelle concordate con il 20/20/20 in sede UE. Nessun fatto è seguito a livello nazionale. Anzi, il Governo italiano ostacola sistematicamente ogni sforzo dell’UE di aumentare al livello del 30% il taglio delle emissioni entro il 2020. È dunque necessario un impegno preciso perché già nei primi mesi di attività del nuovo Governo si convochi una conferenza nazionale su energia e clima, che arrivi a definire un Piano Energetico Nazionale con priorità, quote di riduzione di emissione di CO2 e obiettivi di intervento, anche a livello regionale, capaci di indicare le scelte fra le varie fonti energetiche, di orientare l’economia, i trasporti, gli usi civili verso l’innovazione energetica: il Piano energetico è elemento essenziale per organizzare una politica efficace e per portare l’Italia all’avanguardia nell’impegno contro i cambiamenti climatici. L’obiettivo, condiviso dal G8 a L’Aquila, è di ridurre le emissioni di gas serra nel loro insieme dell’ 80% o più entro il 2050 rispetto al 1990.

Rifiuti e raccolta differenziata: un contributo per contrastare i cambiamenti climatici

Promuovere la raccolta differenziata – come sviluppare la mobilità sostenibile e le energie pulite – è sicuramente un modo per favorire la lotta ai cambiamenti climatici. Si stima che chi oggi ricicla almeno la metà dei propri rifiuti riduca la CO2 e i gas climalteranti emessi in atmosfera in una quantità tra i 150 e i 200 chili l’anno. La prospettiva non può che essere quella dei “rifiuti-zero”. Ricordiamo che gli obiettivi della raccolta differenziata stabiliti dalla

normativa prevedono una percentuale del 65% entro il 2012. Va perciò rilanciato un piano nazionale per la raccolta differenziata, che sia orientato alla riduzione all’origine dei rifiuti e al recupero e riuso dei materiali, che consenta di avvicinarsi all’obiettivo tendenziale “rifiuti- zero”.

PROMUOVERE LA MOBILITÀ SOSTENIBILE

Per migliorare ed aumentare l’offerta di trasporti collettivi ai cittadini si deve colmare il deficit di infrastrutture per il trasporto urbano delle città italiane, che tutte insieme non raggiungono le reti della sola città di Berlino. Serve rifinanziare la legge 211/92 per il trasporto rapido di massa, per ampliare la realizzazione di reti tramviarie e metropolitane e destinare risorse per nuovi veicoli elettrici, a metano, ibridi, per ammodernare la flotta esistente. Per programmare il servizio per l’utenza, va data certezza di risorse alle aziende di trasporto pubblico locale.

Mobilità urbana: car sharing, mobility manager, diritti dei pedoni e dei ciclisti

Le città devono essere sostenute nella promozione della mobilità sostenibile, perché oltre i due terzi degli spostamenti e degli incidenti avvengono in ambito urbano. Va adottato dal Governo il regolamento per i PUM, piani urbani della mobilità di area vasta, a cui legare la spesa per investimenti ed i servizi di trasporto, con le strategie di insediamento urbanistiche e territoriali. Va ripristinato e rifinanziato il Fondo triennale per la Mobilità sostenibile, istituito con la Legge finanziaria 2007, al fine di creare servizi innovativi di mobilità e adeguati finanziamenti per la mobilità ciclistica, creando reti e corsie per muoversi in bicicletta.

Treni per i pendolari, trasporto urbano e trasporto merci su rotaia

Le priorità sono due. Primo, l’acquisto dei 1000 treni per migliorare il trasporto pendolare e, secondo, assicurare certezza delle risorse per i servizi di trasporto ferroviario regionale, oggi venute a mancare con la “manovra Tremonti” del 2010, da prelevare con una quota stabile dall’accisa dei carburanti, come era previsto. Solo con queste due misure ci potrà essere un miglioramento e potenziamento del servizio per i pendolari, che adesso invece rischia un taglio del 20% dei treni. Nel campo degli investimenti, le risorse vanno concentrate sulle reti metropolitane e regionali, e nell’ammodernamento delle reti del Mezzogiorno.

Treni pendolari veloci e puntuali

TVP: Treni veloci per i pendolari. Ogni giorno molti cittadini perdono in media 1 ora e 30 minuti bloccati nel traffico. Vogliamo riconsegnare il tempo rubato nel traffico, e nelle inefficienze e inadeguatezze del trasporto pubblico, ai lavoratori, agli studenti, a tutti i cittadini. Sarà tempo riconsegnato alla famiglia, agli affetti, al tempo libero.

ENERGIE PULITE

Efficienza energetica

Chiediamo un impegno perché – in occasione delle future discussioni della Decisione di Finanza Pubblica (DFP) e della Legge di Stabilità – venga adottato un Piano nazionale per l’efficienza energetica, in modo tale da far convergere sulla efficienza energetica tutti i provvedimenti ad essa correlati e affinché faccia da volano per la sua promozione.

Reintrodurre le detrazioni del 55% per l’efficienza energetica, di cui hanno usufruito, più di un milione di famiglie e che il Governo Berlusconi non ha voluto reiterare post 2011, bloccando uno dei pochi settori di rilancio dell’edilizia.

Risparmio energetico

Proponiamo una campagna permanente – attraverso l’educazione, la conoscenza e le buone pratiche – per il risparmio energetico. È necessario inoltre adottare detrazioni IRPEF per l’uso di materiali che non prevedano un alto consumo energetico, né l’utilizzo di combustibili e materie prime fossili per la loro produzione. Chiediamo di estendere la detrazione agli interventi nel settore idrico, a livello di condominio o di nuove costruzioni che adottino strumenti di riduzione dei consumi, reti duali, sostituzioni delle tubazioni condominiali di adduzione dell’acqua per uso alimentare. E il raddoppio, per le aziende distributrici di energia, della quota obbligatoria di risparmio energetico.

Solare, fotovoltaico ed energie rinnovabili

Chiediamo di abbattere l’IVA per l’installazione del solare termico e di consentire la totale detrazione dalla dichiarazione dei redditi delle spese effettuate per l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria. Chiediamo sia abrogato il decreto Romani, che ha messo in ginocchio un settore economico che vale oltre 120.000 occupati, nel rispetto sempre dei vincoli paesistici.

OPERE VERDI E PICCOLE OPERE INVECE DI GRANDI OPERE

Ministero delle piccole opere:

Sarà una provocazione, ma in alternativa alla politica delle grandi opere proponiamo quella delle piccole opere. Si possono cantierare nei prossimi 18 mesi 50.000 nuovi cantieri nell’ambito della difesa del suolo, delle ristruttrazioni e manutenzione edilizia per l’efficienza e il risparmio energetico, nella green economy e nel trasporto pubblico. 500.000 nuovi posti di lavoro si possono realizzare. E in un periodo più ampio queste dimensioni possono essere raddoppiate.

Stop al consumo del suolo e Stop ai condoni edilizi

Vogliamo pianificazione urbanistica/territoriale orientata a risparmiare suolo, a migliorare i servizi nelle città, a promuovere l’integrazione con le reti di trasporto e la sostenibilità. Piani regolatori ad espansione zero. Risanamento delle periferie degradate con progetti di bioedilizia e “casaclima”, per risparmiare energia, promuovere materiali innovativi ed energie rinnovabili. Realizzazione di edilizia residenziale pubblica per risolvere il problema abitativo dei meno abbienti, dei giovani, delle nuove coppie, degli anziani, a partire dal recupero e riqualificazione del patrimonio esistente, da realizzare con criteri di ecoefficienza. Obiettivo fondamentale deve essere anche la messa in sicurezza di oltre 10mila scuole pubbliche italiane che non rispettano la legge 626 e le altre normative sulla sicurezza. Si può raggiungere questo obiettivo utilizzando le risorse stanziate per il Ponte sullo Stretto.

Destinare le risorse del Ponte sullo Stretto e delle grandi opere alle opere utili all’Italia

Vanno abbandonati progetti che non risolvono i problemi di mobilità del Paese, che

sprecano ambiente, territorio e risorse economiche come il Ponte sullo Stretto, la TAV Torino- Lione e Milano-Genova, l’autostrada della Maremma e l’autostrada Orte-Venezia. Destinando viceversa quelle scarse risorse pubbliche alla manutenzione ed al potenziamento delle reti infrastrutturali esistenti, per realizzare reti tranviarie e metropolitane, nonché alle opere diffuse di manutenzione del territorio, per contrastare il dissesto idrogeologico.

Manutenzione del sistema idrico e no alla privatizzazione dell’acqua

Il nostro sistema idrico, soprattutto nel Mezzogiorno, ha bisogno di una radicale manutenzione e di interventi di miglioramento. Si calcola che ogni anno almeno 2,6 miliardi di metri cubi di acqua vadano persi a causa dello stato fatiscente delle condutture e degli impianti.

Proponiamo uno stanziamento di 100 milioni di euro per la manutenzione del sistema, in modo da permettere la riduzione delle tariffe per i cittadini ed un miglioramento del servizio. Anche per questo ribadiamo la nostra opposizione alla privatizzazione dei servizi pubblici legati alla gestione della distribuzione dell’acqua, che devono rimanere in mano pubblica.

Politiche per il paesaggio

Ribadiamo il nostro no al consumo di suolo e l’impegno a favore del riassetto idrogeologico. Servono investimenti per la manutenzione del territorio, le piccole opere e la messa in sicurezza con la realizzazione di opere diffuse ed essenziali contro il degrado ed il dissesto, con adeguamento antisismico ed edilizia scolastica, il restauro dei beni storici e la riqualificazione urbana. Il valore ambientale e paesaggistico dei luoghi va messo sempre al centro di ogni azione.

Ratifica di tutti i protocolli attuativi della Convenzione delle Alpi – compreso il Protocollo trasporti – per la tutela dell’ecosistema alpino. Chiediamo lo stop alle deroghe ai vincoli paesaggistici, che vengono sistematicamente introdotte nelle leggi regionali per favorire piani regolatori invasivi dal punto di vista dell’urbanizzazione: come accaduto in molti piani casa approvati dalle regioni, quale ad esempio quello della regione Lazio.

Parchi, protezione della biodiversità e turismo sostenibile

Vanno tutelati i parchi nazionali dai tagli delle risorse. La previsione di Bilancio di quest’anno taglia del 50% i finanziamenti delle aree protette: solo 35 milioni di euro complessivamente nel 2011 per la loro gestione e per gli interventi che noi proponiamo di portare ad almeno 100.

Proponiamo che il Governo nazionale, d’intesa con le Regioni, reperisca adeguate risorse per rendere concretamente operativa la Strategia Nazionale per la biodiversità, approvata lo scorso 7 ottobre, dopo 16 anni di attesa (nel 1994, infatti, l’Italia ratificava la Convenzione internazionale della biodiversità).

FISCALITÀ AMBIENTALE E SPESA PUBBLICA

Contro l’evasione fiscale

Chiediamo una lotta rigorosa all’evasione fiscale. E chiediamo l’approvazione della legge contro la corruzione e l’istituzione dell’Alto Commissariato per la lotta alla corruzione.

Proponiamo inoltre l’introduzione di una tassa patrimoniale strutturale dell’ 1,5 per 1.000 per i patrimoni sopra 1,3 milioni di euro, del 5 per 1000 per i patrimoni sopra i 3 milioni di euro e dell’ 1,5 per cento per i patrimoni sopra i 13 milioni di euro. . L’innalzamento della tassazione delle rendite al 23%. Introduzione della Tobin Tax.

Sistemi di Premialità

Introdurre sistemi di premialità per le famiglie, le città, le regioni che utilizzano e promuovono sistemi di sostenibilità ambientale.

Tassare la CO2 e le speculazioni finanziarie

Proponiamo la tassazione dei veicoli in base all’emissione di CO2 (e non per la cilindrata): questo porterebbe a colpire i SUV e le altre vetture fortemente inquinanti. Sosteniamo la campagna 0,05% per la tassazione delle transazioni speculative e l’introduzione di altre tasse di scopo (o di aumentarne l’imposizione), per limitare produzioni e consumi ecologicamente e socialmente dannosi: sul porto d’armi, il carburante degli aerei, il commercio dei sistemi d’arma.

Acquisti verdi e sociali nella Pubblica amministrazione

Va incentivata – oltre la scelta volontaria – la pratica nella Pubblica amministrazione (PA) di acquisti di beni e servizi socialmente ed ecologicamente responsabili.

La pratica degli “acquisti verdi”, fino al 100% delle forniture, dell’uso di vetture ecologiche, della predisposizione di pannelli fotovoltaici su tutti gli edifici pubblici, dell’approvvigionamento per le mense delle scuole e delle mense pubbliche con prodotti dell’agricoltura biologica, dell’uso di prodotti del commercio equo e solidale, devono diventare non solo un vincolo per la PA, ma anche per i fornitori di beni e servizi di cui essa si serve.

Software libero nella PA

Ogni anno si spendono circa 2 miliardi e 500 milioni di euro per acquisire, noleggiare e rinnovare le licenze di utilizzo di programmi software per la Pubblica Amministrazione. Chiediamo di introdurre il software libero nella Pubblica Amministrazione a tutti i livelli.

STOP ALLA FINANZA TOSSICA E AL DEBITO

La crisi economica dell’Europa, ed in particolare della Grecia e dell’Italia, ha origine in un debito e in una speculazione finanziaria cha va affrontata e contrastata. Riteniamo importante arrivare ad una svalutazione dell’Euro, controbattendo le svalutazioni competitive di dollaro e del renminbi, e ad una revisione dei meccanismi che sovraintendono alla BCE. L’acquisto del debito deve avvenire dagli Stati e non dalle banche. La crisi sta mettendo a rischio i beni comuni degli Stati sovrani: ecco perché è importante l’istituzione di un’Agenzia per i beni comuni europei, finanziata con un fondo europeo anche attraverso l’emissione di bond europei.

POLITICA INDUSTRIALE E FINANZIARIA

Superare il PIL

Un nuovo modello di sviluppo ed un’economia sostenibile hanno bisogno di indicatori

diversi dai tradizionali indicatori macroeconomici come il PIL. In Europa si comincia a discutere di nuovi indicatori, ma in Italia la sensibilità è ridotta al minimo. Abbiamo bisogno di indicatori di benessere e di sostenibilità ambientale

Sostegno alla ricerca ed innovazione

L’Italia è uno degli ultimi Paesi nell’Unione europea per ricerca ed innovazione. Questo dato si accompagna alla crisi del sistema formativo ed educativo: il disinvestimento operato dal Governo nella scuola e nell’università è una grave ipoteca sul futuro del Paese e sulla crescita qualitativa del nostro sistema economico. Perciò chiediamo che gli investimenti in ricerca ed innovazione – come per la Scuola e l’Università – raggiungano per lo meno la media europea e siano messi in campo strumenti specifici di sostegno alla ricerca, come la riduzione del 50% degli oneri fiscali sugli investimenti in ricerca e sviluppo. Proponiamo anche di portare a 1000 euro mensili netti la borsa per i dottorandi, l’esenzione dall’IRES per l’Università e gli Istituti di ricerca pubblici su ricavi (contratti con terzi) derivanti da attività di ricerca, crediti di imposta per le aziende che assumano ricercatori. Avviare un Piano di alfabetizzazione ecologica.

Creazione dei distretti di economia verde e sostegno delle energie pulite, della mobilità sostenibile e della riconversione ecologica delle produzioni

La proposta che formuliamo è la creazione – attraverso un finanziamento di 65 milioni di euro di 50 distretti di economia verde in Italia. Sistemi integrati a livello locale di politiche e servizi volti a promuovere e sostenere imprese, produzioni e consumi della green economy: energie pulite, mobilità sostenibile, agricoltura biologica, bioedilizia. Si tratta di costruire – attraverso dei veri e propri patti locali per lo sviluppo sostenibile – un sistema integrato in cui Amministrazioni locali, imprese, organizzazioni di consumatori definiscano a livello locale politiche ed interventi per lo sviluppo dell’economia verde. Proponiamo poi la creazione di un fondo nazionale di 500 milioni di euro (sotto forma di incentivi fiscali a favore di imprese e consumatori e credito d’imposta) a favore di imprese che intraprendano la riconversione ecologica delle loro attività industriali, da produzioni ad alto impatto ambientale a produzioni ecologicamente sostenibili (come pannelli solari, autovetture ecologiche, il biologico), che diminuiscano il consumo di beni ambientali, territorio, materie prime.

Industria dell’auto e conversione ambientale del sistema produttivo

La crisi del mercato dell’auto nei Paesi occidentali e la necessità di puntare verso la mobilità sostenibile impongono anche una riconversione del sistema produttivo dell’automobile. Conversione che deve avvenire secondo quattro linee guida: 1) il ridimensionamento del sistema produttivo attuale e la sua conversione verso veicoli dedicati al trasporto collettivo ed ai sistemi innovativi; 2) la produzione di un’auto pulita, a basse emissioni, sicura, riciclabile, per il mercato “sostitutivo” delle auto in circolazione; 3) la promozione della ricerca su veicoli innovativi e carburanti “puliti” e rinnovabili; 4) la predisposizioni di un sistema di servizi legata agli spostamenti in automobile (car-sharing, integrazione con il TPL, servizi a chiamata, trasporto scolastico, trasporto persona e mobilità ridotta). L’obbiettivo è quello non più di vendere automobili, ma di vendere servizi di trasporto in auto. Serve un Piano industriale promosso del Governo che coniughi le esigenze di mobilità e servizi, con il sistema di produzione ed innovazione dei veicoli.

Welfare

Sussidio di disoccupazione e Reddito minimo garantito. Una riforma previdenziale che garantisca pensione e ammortizzatori sociali a chi oggi non è garantito, a partire dai giovani precari, e per tutelare la maternità e la famiglia in tutte le sue forme (coppie di fatto, unioni civili, ecc.).

La salute degli animali e dei cittadini. Ripensare i consumi, ripensare la produzione

I rapporti dell’IPCC e della FAO chiedono di rivedere produzione e consumi di animali. Per una reale difesa dell’ambiente e contro le malattie degenerative. Mucca pazza e influenza aviaria non hanno insegnato, passata la ventata sui media, che è necessario ripensare il sistema d’allevamento, crudele per gli animali e non certo salutare per gli umani. Gli animali e la loro tutela rappresentano sempre di più anche possibilità di lavoro e offrono nuove professioni. Mentre nel resto d’Europa la ricerca rappresenta un capitolo di occupazione pulita e duratura, da noi la sperimentazione scientifica senza animali è ancora considerata un passatempo. Per questo lavoriamo per la abolizione della vivisezione nel nostro Paese attraverso la modifica della Direttiva europea e della legislazione nazionale.

Sviluppare l’altra economia: finanza etica, commercio equo e solidale, GAS, distretti di economia solidale

L’altra economia può rappresentare un fattore importante nella costruzione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e di qualità. Proponiamo una legge nazionale di sostegno all’altra economia con uno stanziamento di 120 milioni di euro che sia finalizzato alla creazione di 80 distretti di economia solidale, un fondo per lo sviluppo del microcredito e del risparmio autogestito, un sostegno di natura fiscale (IVA sui prodotti, credito d’imposta, ecc.) e normativo (rapporti con la Pubblica Amministrazione) per lo sviluppo del commercio equo e solidale e dei Gruppi di acquisto solidale (GAS).

LEGALITÀ AMBIENTALE E DEMOCRATICA

Legalità e democrazia

In Italia viviamo in una condizione di emergenza democratica: i principi di legalità sono continuamente messi in discussione dal predominio della criminalità organizzata in molte aree del Paese, dalla diffusione della corruzione e del malaffare nella politica e nella pubblica amministrazione, dall’attacco e dalla delegittimazione della magistratura.

Occorre rilanciare la lotta per la legalità dando maggiori risorse alle forze di sicurezza, difendendo l’indipendenza della magistratura, ripristinando l’Alto commissariato per la lotta alla corruzione, aggravando la punibilità dei reati contro la pubblica amministrazione, prevedendo divieti di legge più stringenti per impedire ai condannati in via definitiva di avere cariche pubbliche e politiche, ripristinando e accelerando le procedure per l’uso sociale dei beni confiscati ai mafiosi.

Ecomafie

Sulla piaga delle ecomafie, che riguarda non solo l’Italia ma l’Europa intera, facciamo quattro proposte. Primo: estendere a tutta l’Europa il delitto di organizzazione di traffico illecito dei

rifiuti (legge in Italia dal 2001). Secondo: trasporre nel nostro codice penale la direttiva dell’Unione europea che introduce i delitti contro l’ambiente. Terzo: inserire i delitti ambientali commessi nell’ambito delle attività imprenditoriali tra quelli previsti dal Dlgs 231/2001 che prevede sanzioni alle aziende. Quarto: scegliere con criteri oggettivi le zone (da Porto Marghera a Taranto ad Augusta-Priolo) in cui avviare le bonifiche e la messa in sicurezza.

INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE

Rendere obbligatorie le indagine epidemiologiche nelle aree di crisi ambientale, come ad esempio a Taranto, Priolo, Gela, Melfi, Val d’Agri,Valle Bormida, Porto Marghera e tanti altri, dove gli impianti siderurgici e i petrolchimici hanno provocato danni ingenti e una mortalità elevatissima tra la popolazione. L’indagine epidemiologica è uno strumento scientifico che può stabilire la relazione tra mortalità e inquinamento. In molte aeree a rischio, tra cui quelle citate, nessuno – tra Regioni e Governo nazionale – ha mai realizzato indagini di questo genere.

PACE TRA I POPOLI E LA NATURA

Portare il fondo di aiuto per i paesi poveri allo 0,7% e cancellare il debito

L’Italia è uno degli ultimi Paesi OCSE quanto a stanziamenti (in percentuale rispetto al PIL) per gli aiuti ai paesi poveri: siamo allo 0,1% mentre ci eravamo impegnati a raggiungere lo 0,33% già nel 2007. Proponiamo che ci si adoperi per il rispetto degli impegni presi a livello internazionale per contribuire al raggiungimento degli Obiettivi del millennio ed a stabilire una road-map, che permetta in cinque anni di raggiungere la destinazione dello 0,7% del PIL all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS). Chiediamo anche di procedere alla cancellazione del debito a tutti i Paesi del Sud del mondo.

Servizio civile nazionale, corpi di pace e polizia internazionale

Difendere il Servizio civile nazionale: la mancanza di risorse – diminuite progressivamente negli ultimi due anni – non solo sta determinando l’impoverimento della formazione e della qualità del servizio, ma impedisce di fatto a decine di migliaia di giovani – che l’hanno richiesto e ne hanno diritto – di svolgere questo servizio per il Paese. Inoltre risorse dovrebbero essere stanziate, anche per istituire un primo contingente di Corpi civili di pace, per intervenire con azioni di interposizione e di “diplomazia dal basso” nelle aree di conflitto. Lavorare per istituire una polizia internazionale che sappia prevenire i conflitti e difendere le popolazioni dalla minaccia delle armi.

Riduzione delle spese militari

Le Forze Armate italiane sono sovradimensionate rispetto ai loro compiti costituzionali ed ai loro impegni internazionali. Peraltro, secondo i dati più recenti del SIPRI, l’Istituto di Ricerche sulla Pace di Stoccolma, negli anni 2005–2009 l’Italia è stato il settimo fornitore al mondo di armamenti. Chiediamo una riduzione delle spese per armamenti di 15 milairdi di euro, che non ci sia alcun stanziamento per nuovi sistemi d’arma e che venga cancellato il programma di acquisizione per 13,5 miliardi di euro, votato nell’aprile 2009, di 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter.

DIRITTI

Diritto all’ambiente nella Costituzione

Il riconoscimento del diritto all’ambiente e della sua tutela come diritto fondamentale del genere umano è stato delineato con chiarezza, nel corso del tempo, dalla giurisprudenza dlla Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, le quali hanno riconosciuto la priorità della protezione dell’ambiente tra gli interessi pubblici nazionali, partendo dall’articolo 9 della Costituzione italiana (che tutela, tra i “diritti fondamentali”, il paesaggio ed i beni culturali”), e dai grandi principi internazionali ed europei per la promozione dello sviluppo sostenibile e il diritto dell’uomo a condizioni di vita soddisfacenti in un ambiente la cui qualità gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere (principi della Conferenza delle Nazioni Unite di Stoccolma del 1972), e il diritto ad una vita sana e in armonia con la natura (principi enunciati nella Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 ). Per questo chiediamo l’inserimento nell’art. 9 della Costituzione della tutela dell’ ambiente.

Cittadinanza digitale

“Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale” Internet deve essere riconosciuto come diritto costituzionale e fondamentale di tutti i cittadini. Il Governo ed i provider devono garantire la banda larga ai cittadini.

Diritti di genere

L’uguaglianza di genere è ancora lontana dall’essere realizzata in Italia. L’esclusione dal mercato del lavoro e dalla politica, le discriminazioni e le violenze, i divari salariali tra donne e uomini sono tutti esempi di una diseguaglianza che deve stimolare la politica ad un maggiore impegno per la realizzazione delle pari opportunità. Per le politiche pubbliche chiediamo l’introduzione dei bilanci di genere e, per un maggiore accesso al mercato del lavoro, alla vita sociale e pubblica delle donne, chiediamo il rafforzamento delle reti di servizi sociali (come asili nido, consultori, servizi di assistenza domiciliare), che mettano in condizioni di reali pari opportunità le donne.

Diritti dei cittadini migranti

I migranti in Italia sono circa 5 milioni, il 7% della popolazione, e contribuiscono per l’11,1% al nostro Pil. Dobbiamo garantire loro piena cittadinanza ed attuare una politica inclusiva, che favorisca la convivenza civile. È necessario abrogare la Bossi/Fini, il “pacchetto sicurezza” introdotto dal Ministro Maroni ed il relativo reato di ingresso e soggiorno illegale, rivedere le politiche migratorie in modo da consentire l’ingresso regolare per lavoro e per ricerca di lavoro. Urgenti poi: il diritto di voto per i cittadini stranieri che risiedono da cinque anni in Italia; l’acquisizione della cittadinanza per chi nasce e cresce qui; il diritto al permesso di soggiorno per chi denuncia il lavoro nero e lo sfruttamento; la regolarizzazione per coloro che hanno fatto domanda di sanatoria nel 2009 e l’introduzione di meccanismi di regolarizzazione ordinaria per i cittadini stranieri occupati e inseriti socialmente; chiusura dei Centri d’identificazione ed espulsione; effettiva libertà di culto.

Diritti sui diversi orientamenti sessuali

L’orientamento sessuale e l’identità di genere sono parte integrante della personalità d’ogni individuo e non possono costituire base per discriminazioni o abusi. È necessario attuare la piena cittadinanza, con pari dignità ed opportunità.

Diritti degli altri animali nell’educazione e nella scuola

A fronte di una generalizzata richiesta di natura e contatto con gli animali, vi è solo una generica e frammentata risposta, talvolta negativa come le visite a zoo e circhi. Realizzare campagne d’informazione e intervento per la prevenzione del randagismo, dismissione dell’uso degli animali negli spettacoli e incentivazione degli spettacoli umani, trasformazione degli zoo in aree di accoglienza per aiuto ad animali feriti o sequestrati. Il traffico illegale degli animali è il secondo commercio fuori legge al mondo. La zoomafia delle macellazioni clandestine, della pesca non consentita, del mercato degli uccelli protetti e delle corse per le scommesse è reato contro tutti, non solo contro gli animali. In Italia per diffondere l’uso delle armi si consente, fin dagli anni ’30, l’ingresso senza permesso ai cacciatori – e solo a loro – nei fondi privati. Proponiamo di raddoppiare le pene previste per il traffico illegale di animali, ogni tipo di zoo mafia e bracconaggio. Il rispetto della dignità degli animali in quanto esseri senzienti e il principio di precauzione devono essere costituzionalmente garantiti.

POLITICHE AGRICOLE

Il ruolo fondamentale dell’agricoltura

Dobbiamo lavorare per ridare centralità all’agricoltura e batterci per un’Italia e un’Europa libera da OGM. Senza produzione agricola non c’è sovranità alimentare, non c’è economia rurale, non c’è opportunità per le giovani generazione di avviare un’attività fra le più innovative come l’agricoltura biologica. Ma per dare forza all’agricoltura dobbiamo impedire la cementificazione delle aree agricole, che prosegue a ritmi elevati.

Sovranità alimentare

L’agricoltura biologica, da una parte, o i modelli distributivi alternativi come i GAS, dall’altra, sono esempi da sostenere. La PAC attuale è in discussione in vista della sua riforma prevista per il 2013. Dopo decenni di dominazione delle imprese transnazionali e dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) sulle scelte di politica agricola ed alimentare, è arrivato il momento per la popolazione europea di riappropriarsi della propria politica agricola ed alimentare: è l’ora della sovranità alimentare. Noi crediamo che una nuova PAC debba garantire e proteggere uno spazio di cittadinanza nell’UE e nei Paesi candidati e la possibilità e il diritto di definire i propri modelli di produzione, di distribuzione e di consumo, partendo da nuovi principi.

ECOLOGIA DELLA POLITICA

Abolizione dei privilegi ingiustificati dei parlamentari e dei consiglieri regionali. Limite massimo ai compensi di amministratori di società e non cumulabilità degli incarichi elettivi e di

governo. Non candidabilità per chi è stato condannato per reati contro la pubblica amministrazione.

UN’UNICA POLITICA EUROPEA

Una politica estera unica dell’Europa ed eliminazione dei 27 eserciti europei, che costano 200 miliardi di euro, per realizzarne solo uno. Il risparmio va destinato alla cooperazione internazionale, in particolare verso l’Africa. Definizione di un’unica politica fiscale europea.

SOTTOSCRIVONO

Angelo Bonelli
Cristina Morelli, Barbara Diolaiti, Natale Ripamonti, Mimmo Lomelo, Marco Boato, Gianfranco Bettin, Luana Zanella, Francesco Alemanni, Gabriella Meo, Arianna Bianchi, Ferdinando Bonessio, Josef Kusstascher, Walter Caporale, , Aurelio Morrone, Paolo Galletti, Mario Giordano, Sauro Turroni, Anna Catalani, Gregorio Mariggiò, Carmelo Sardegna, Elisabetta Patelli, Nicola Di Dio, Antonio Ricci, Roberta Boccacci, Eugenia Beluardo, Giuseppe Finocchiaro, Massimiliano Mazzola, Brigitte Foppa,Raffaella Spadaro, Calogero lo Giudice, Giannandrea Mencini, Dino Barrera, Paolo Stellino, Maria Teresa Belardo, Giovanni Mussuto, Laura Russo, Donatella Fedele, Flavio Oliva, Angela Ciaccia, Mario Lacenere, Cesareo Troia, Elena Priore, Annarosa Traversa, Pasquale Greco, Stefano Grillo, Sergio Castagna, Roberto Copparoni, Tiziana Frongia, Fabio Finiguerra, Norina Daffini, Silvia Casarolli, Stefania Manini, Veronica Cerea, Enrico Fedrighini, Valentino Liberto, Aldo Pompermaier, Alfredo Vigarani, Brigliasco Vincenzi, Alessandro Ronchi, Maria Lucia Santarelli, Simona Simonetti, Carlo Vasconi, Remo Granocchia, Roberto Lenzi, Antonio Iovino, Francesco Ferraro, Marco Severa, Patrik Basile, Nino Sucamele, Giovanni Spedicati, Vincenzo Pascuzzi, Giuseppe Campana, Elisa Romano, Daniele Graziano, Alfonso Cetera, Silvia Galeone, Daniele Massaro, Umberto De Stefanis, Tullio Berlenghi, Attilio Mura, Roberto Rossi, Marilena Lo Schiano, Paolo Pantano, Giorgio Pedrotti, Emma Di Girolamo, Ruggero Pozzer, Maurizio Migliarini, Giuseppe Teodoro, Andrea Cortese …

Categorie
AssembleaAssemblea nazionale 2012