Nel 2060 non ci sarà più costa da difendere. 160 milioni di metri cubi di cemento [Dossier]

2017 Odissea nella Spiaggia, tra Lidi illegali, coste cementificate e spiagge inaccessibili.
2017 odissea nella spiaggia

Oggi davanti a Montecitorio, Angelo Bonelli ha presentato il dossier “2017 Odissea nella spiaggia”, tra Lidi illegali, coste cementificate e spiagge inaccessibili.

Il dossier è composto in tre parti. Nella prima si analizzano il numero degli stabilimenti illegali presenti in Italia, nella seconda si segnala come tutta la costa italiana stia per essere cementificata, nella terza si riporta il Manuale di autodifesa del bagnante, ormai famoso vademecum dei Verdi su come comportarsi per rivendicare il diritto alla libera spiaggia e libero bagno.

“Le coste italiane sono tra le più cementificate d’Europa secondo l’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, e anche secondo l’Ispra: 160 milioni di metri cubi di cemento lungo i quasi 8.000 chilometri di coste, una incrdibile colata selvaggia che corrisponde a 534.000 appartamenti da 100 mq l’uno.” ha spiegato il leader dei Verdi.

“Se noi vogliamo rilanciare la bellezza delle nostre coste, che per il 75,4% sono impattate dalla presenza di coperture artificiali, e anche il turismo, che è strettamente legato alla bellezza – ha ribadito l’ecologista parlando di 2017 Odissea nella spiaggia – noi non possiamo consentire questa selvaggia cementificazione. Non è un caso che in molte regioni italiane gli amministratori sono impegnati a emanare sanatorie, condoni edilizi e blocco di demolizioni proprio nelle zone più belle e vincolate del nostro Paese. Un atteggiamento tipicamente italiano che noi giudichiamo inaccettabile.”
“Ecco perchè – ha proseguito Bonelli – noi Verdi anche quest’anno presentiamo il ‘Manuale di autodifesa del bagnante’, uno strumento importante e utile che i cittadini possono utilizzare per far valere i propri diritti. Con tutte le indicazioni su come comportarsi per difendere i nostri litorali e per far valere i nostri diritti. Quando ad esempio qualcuno quando andate in spiaggia vi chiede un biglietto di ingresso, cosa del tutto illegittima e illegale, oppure quando vedete un abuso edilizio che sta per essere realizzato sulla costa o sulla spiaggia, agite in prima persona.”

Ma veniamo ai dati principali del dossier “2017 Odissea nella spiaggia“.

Oltre 110 stabilimenti balneari sequestrati alla mafia negli ultimi 5 anni

In Italia negli ultimi 5 anni sono stati oltre 110 gli stabilimenti balneari sequestrati alla mafia. Da nord al sud d’Italia passando da Roma. Quali sono i motivi che hanno portato in questi anni la procura distrettuale antimafia ad operare sequestri di queste strutture e quante ancora agiscono indisturbate gestite dai mafiosi ? In primo luogo la maggiore predisposizione per riciclare denaro di provenienza illecita sulle spiagge in secondo luogo perché lo stabilimento balneare ha un alto livello di redditività considerato che  il costo (irrisorio) della concessione demaniale incide meno dell’ 1% sul fatturato dello stabilimento come è possibile verificare dai bilanci dell’agenzia de demanio.

Ogni anno proliferano le spiagge attrezzate: 160 milioni di metri cubi di cemento

19,2 milioni di metri quadri di spiagge occupate da stabilimenti, ovvero da 160 milioni di metri cubi di cemento che corrispondono a 534.000 appartamenti da 100 mq l’uno: una grande colata di cemento.

Le coste italiane secondo Unep sono tra le più cementificate d’Europa.

La Cementificazione delle Aree Costiere: nel 2060 tutta la costa cementificata

I dati della cementificazione delle coste in Italia sono drammatici se si considera che dei circa 8 mila chilometri più di 6 mila sono già cementificati rimanendone libero solo un quarto (proiezione dei Verdi su dati WWF), ma visto l’andamento attuale nel 2060 tutta la costa del Belpaese sarà un’unica barriera di cemento e mattoni.

E non basta, secondo i dati ISPRA ben un terzo delle nostre spiagge è interessato da fenomeni erosivi in espansione.

L’impatto del consumo di suolo: il 75,4% della fascia entro 200 m. dalla costa è coperto

Sul resto del territorio non ce la passiamo meglio, sempre l’ISPRA nel suo Rapporto sul consumo del suolo 2017 avverte che la superficie potenzialmente impattata dalla presenza di coperture artificiali, considerando il territorio ricadente entro una distanza 200 metri dalle aree consumate, è risultata essere pari a il 75,4% della superficie nazionale della relativa fascia.

“La nostra bella Italia non può essere trattata così – ha concluso Bonelli presentando il dossier 2017 Odissea nella spiaggia – anche perché con il ritmo di speculazione attuale nel 2060 non ci saranno più coste da proteggere perché tutte cementificate e non potremmo lasciare nulla ai nostri figli e ai figli dei nostri figli.”

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