A Roma l’agosto più caldo degli ultimi 40 anni: 31,1°C di media [DOSSIER]

Partendo dalle temperature, che hanno visti picchi storici, come quello di Roma, che con i 31,1 ° C di media in agosto è il mese più caldo degli ultimi 40 anni, o Milano (26,3 ° C), Napoli (27,5°C), Palermo (27,5°C), Bari (27,1°C) e Bologna (27,1°C) tutte città le cui medie sono state le seconde più alte da 40 anni a questa parte
Temperature
“I dati conclusivi che questi tre mesi estivi hanno lasciato sul campo sono realmente drammatici. Partendo dalle temperature, che hanno visti picchi storici, come quello di Roma, che con i 31,1 ° C di media in agosto è il mese più caldo degli ultimi 40 anni, o Milano (26,3 ° C), Napoli (27,5°C), Palermo (27,5°C), Bari (27,1°C) e Bologna (27,1°C) tutte città le cui medie sono state le seconde più alte da 40 anni a questa parte” Lo ha spiegato oggi il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, presentando il dossier dei Verdi “Caldo, Incendi e Siccità, un’estate da ricordare”.
“Anche il settore degli incendi ha visto il dato record degli incendi in Italia pari a 124.735 ha dall’inizio dell’anno, è come se tutta la superficie di Roma Capitale fosse andata a fuoco – ha spiegato l’ecologista – con danni finora pari a 2 miliardi e mezzo di euro tra valore del patrimonio andato a fuoco, costo degli spegnimenti e costo per il ripristino della situazione.”
All’iniziativa ha preso parte anche il Presidente Nazionale della LIPU Fulvio Mamone Capria, che ha sottolineato:
“Con i Verdi oggi denunciamo lo stato di crisi ambientale del Paese, incendi e siccittà stanno mettendo allo stremo la fauna selvatica. C’è ancora la possibilità di fermare le pre-aperture della stagione venatoria.  Da domani verranno abbattute centinaia di migliaia di tortore verranno abbattute. Il Governo sarebbe potuto intervenire per fermare la stagione venatoria, ma purtroppo non è stato così.  Ci sono state risposte deboli di posticipo di alcune ore dell’apertura della stagione venatoria che sono uno schiaffo in faccia a tutto il Paese  compresi noi ambientalisti che mostriamo da anni i dati scientifici su come le specie nel calendario venatorio sono a rischio.  Ben 18 su 44 specie dovrebbero essere escluse dai calendari venatori. A fronte di queste emergenze idrica, aumento delle temperature e incendi ci sarebbe voluto un segnale molto forte, che non è arrivato.”
“Questi aumenti di temperature hanno causato il 70% di piogge in meno rispetto alla media, in alcune città italiane non si è visto un solo goccio di pioggia durante tutta l’estate.” – ha proseguito Bonelli – Qui la parte da leone l’ha fatta la rete idrica italiana colabrodo con la folle cifra di quasi 9 miliardi di acqua dispersa al giorno, 100 mila per secondo.”
“Come primo impegno urgente – ha spiegato l’ecologista – noi Verdi chiediamo al ministro dell’ambiente di esercitare i poteri sostitutivi per sospendere l’attività venatoria su tutto il territorio nazionale ai sensi dell’art.8 comma 4  legge 5 giugno 2003 n.131  e del secondo comma dell’art.120 della Costituzione. La richiesta trova giustificazione nella situazione di grave emergenza ambientale che si è creata in Italia a causa della prolungata situazione di siccità e della distruzione di importanti aree naturali e  boschive per un totale di oltre 130 mila ettari. A supporto di questa richiesta c’è la nota dell’Ispra  La sospensione dell’attività venatoria è un atto necessario e dovuto se vogliamo tutelare la biodiversità e la fauna, il mancato accoglimento sarebbe un atto contro la legge e contro l’ambiente creando un danno pari a quello provocato dagli incendi e dalla siccità. Sarebbe drammaticamente scandaloso e vergognoso.”
“I forestali prima della riforma Madia avevano il compito di coordinare da terra gli interventi di spegnimento degli incendi boschivi da parte di Canadair, elicotteri, Vigili del fuoco e personale delle Regioni – ha spiegato il presidente della Lipu, Fulvio Mamone Capria -. Con la fusione, non e’ avvenuto il trasferimento di questa attivita’ di ‘direzione operazioni di spegnimento’. Col risultato che i carabinieri forestali non sono piu’ intervenuti e non c’era nessuno che dirigesse il servizio”.
“Solo dopo gli incendi sul Vesuvio – ha aggiunto Maomne Capria -, il comando dell’Arma ha disposto che i carabinieri forestali aiutassero i Vigili del fuoco. Ma ci vorranno comunque mesi e anni per integrare l’operativita’ dei due corpi”.
“Per questo, un altro atto urgente – ha concluso Bonelli – è la rettifica immediata della Riforma Madia”
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