Sciogliere i comuni pro-abusivi, servono norme più dure

O in Italia decidiamo di volere debellare il fenomeno dell’abusivismo, applicando con grande rigore norme più rigide, oppure si lascerà spazio a chi in campagna elettorale strizza l’occhio agli abusivi, che ricordiamo nella gran parte dei casi sono legati alla criminalità organizzata, che poi passeranno all'incasso dopo il voto.
abusivi

La brutta vicenda della rimozione del sindaco antiabusivi di Licata Angelo Cambiano è il simbolo non solo del fallimento dello Stato nella lotta all’abusivismo edilizio ma anche di un sistema legislativo che anziché reprimere i costruttori abusivi li favorisce.

Ecco le ragioni:

In Italia oggi in base alla legge 47/85 e la successiva modifica avvenuta con la legge 380/2001 quando il comune, attraverso i suoi uffici accerta un abuso ingiunge la sospensione dei lavori dell’immobile abusivo da effettuarsi entro 45 giorni è di tutta evidenza che chi ha commesso consapevolmente l’abuso non sospenderà i lavori continuando l’edificazione. A quel punto il comune, sempre attraverso i suoi uffici, emetterà una sentenza che decreti la demolizione da realizzarsi entro 90 giorni. Questi sono i numeri: 90 più 45 passano quasi 5 mesi affinché il comune possa intervenire. Non ci vuole molto a capire che questo sistema non funziona e, stante le attuali norme, l’abusivismo non sarà mai sconfitto perché ieri come oggi le fondamenta di una casa con relativo scheletro in cemento si possono realizzare in poche settimane, successivamente poi sarà oneroso e complicato l’abbattimento, soprattutto se i costruttori abusivi avranno cominciare a rendere abitata la casa. Del resto l’abusivismo è un fenomeno tipicamente italiano, pressoché sconosciuto nel nord Europa ove l’eventuale costruzione senza permessi viene immediatamente sanzionata e bloccata. Per questo è necessario modificare le norme esistenti con la sospensione dei lavori entro 48 ore e che entro e non oltre 10 giorni, anche utilizzando il Genio Militare, le case vanno demolite. In questo modo si evita anche la occupazione abitativa delle strutture.
Il secondo punto importante è relativo alla totale convivenza e complicità con gli abusivi di molti sindaci, di parlamentari e di tutta una classe politica che presenta continuamente proposte di sanatorie e di blocco delle demolizioni. Al contrario è necessario intervenire per bloccare convivenze e complicità con una norma che stabilisca che ove vi siano Comuni, sindaci , amministrazioni e/o consigli comunali che non applichino la legge contro gli abusivi questi comuni devono essere sciolti e commissariati come avviene nel caso di implicazioni mafiose. E i consiglieri comunali che si oppongono all’intervento del Sindaco nel rispetto della legge, come nel caso di Licata, facendo decadere la Giunta, non possono venire ricandidati.
O in Italia decidiamo di volere debellare il fenomeno dell’abusivismo, applicando con grande rigore norme più rigide, oppure si lascerà spazio a chi in campagna elettorale strizza l’occhio agli abusivi, che ricordiamo nella gran parte dei casi sono legati alla criminalità organizzata, che poi passeranno all’incasso dopo il voto.

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