Lo scempio degli alberi nelle montagne della Sila e della Presila lo abbiamo denunciato a più riprese in tutti questi anni, sempre inascoltati. Insieme ad associazioni e gruppi territoriali abbiamo più volte organizzato eventi di diffusione a salvaguardia del nostro patrimonio boschivo.
Apprendiamo dalla stampa che finalmente anche le autorità si sono accorte della “sparizione” di migliaia di alberi dai boschi. Meglio tardi che mai, per quanto ci riguarda, ma non possiamo non rivolgere un appello a chi di dovere affinché la tutela delle nostre foreste e delle nostre aree montane sia più imponente.
Sappiamo bene quali sono le problematiche e sappiamo bene che o ci si mette mano in maniera decisa o si rischia di diventare una regione in cui chiunque si sente legittimato ad asportare alberi a piacimento.
Regolamentare l’utilizzo e l’accesso alle aree boschive, punire duramente chi danneggia il patrimonio naturale, farsi affiancare nella gestione da associazioni, responsabilizzare pesantemente i privati che utilizzano le aree a scopi di coltivazione o pastorizia: solo così possiamo fare in modo di evitare la piaga del disboscamento selvaggio e magari incentivare i giovani, con progetti mirati, alla pulizia dei boschi che può diventare allo stesso tempo atto di tutela e attività redditizia in un momento di forte crisi occupazionale come quello che attualmente stiamo vivendo.