Nonostante le catastrofi estive ed il conseguente impatto sulla fauna è stata riaperta la stagione di caccia in cui ben 500.000 animali potranno essere uccisi ogni ora
“Nonostante gli incendi che hanno coperto ben 134.796 ettari in Italia, secondo i dati prodotti dal sistema Copernicus-Effis della UE, più del quadruplo rispetto alla media 2008-2016, nonostante l’Ispra abbia spiegato il disastroso impatto della siccità di quest’anno sull’ambiente e sulla fauna selvatica, esposta a maggiori sforzi per il reperimento di cibo ed acqua, con compromissione delle attività riproduttive, nonostante la desertificazione che procede con percentuali anche del 70% di territorio a rischio (come in Sicilia), oggi la caccia si è riaperta senza che né il Governo, né le Regioni né tantomeno il Ministro dell’Ambiente siano intervenuti per frenare l’uccisione di specie che hanno già decimate dalle emergenze estive.”
Scrive il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli in una nota, e prosegue: “Secondo i dati delle associazioni animaliste le catastrofi estive hanno ucciso più di 50.000 animali di ogni specie. E la riapertura della caccia 500 mila animali potranno essere uccisi ogni ora, più di 12 milioni al giorno. Eppure le Regioni e il Governo avevano in mano gli strumenti per fermare questa carneficina.”
“Un ministro dell’Ambiente che non fosse ossimoro della carica che porta – conclude Bonelli – avrebbe impedito la riapertura della caccia, come chiesto più volte da noi Verdi e da tutte le associazioni ambientaliste italiane. Preoccupazioni inascoltate da Galletti, così oggi le doppiette hanno potuto agire indisturbate su tutto il territorio nazionale uccidendogli animali selvatici proprio quando questi sono più vulnerabili, anche a causa delle emergenze incendi e siccità. Una strage che si poteva fermare, anche alla luce del fatto che ben in 11 Regioni il piano faunistico venatorio è assente o scaduto.”