10 Maggio 2019
“Quello di +Europa sembra un approccio strumentale al delicato tema dell’ambiente. L’impegno che la lista della Bonino assume affinché, dicono, l’Unione Europea adotti una politica ambientale ed economica che preveda delle regole pari per tutti, ho l’impressione che abbia poco a che fare con quella difesa dell’ambiente che +Europa dichiara di voler mettere al centro”.
Eliana Baldo, capolista di Europa Verde per la Circoscrizione Meridionale, si riferisce al comunicato con cui +Europa richiama l’annuncio di ArcelorMittal in merito alla richiesta di “introduzione di misure per cui l’acciaio importato abbia gli stessi standard applicati alla CO2 rispetto all’acciaio prodotto in Europa ai sensi dei regolamenti previsti dall’ETS”.
“Siamo lontani dalla loro posizione che si mostra chiaramente schierata a favore dell’azienda, siamo contrari alla produzione di sei milioni di tonnellate di acciaio l’anno – prosegue – perché aumentare le quantità significa aumentare l’inquinamento”.
“Riteniamo sia molto grave la richiesta di Più Europa di far ripartire Afo5, soprattutto quando ArcelorMittal annuncia la sospensione temporanea delle attività negli stabilimenti siderurgici in Polonia e in Spagna e per ArcelorMittal Italia prevede un rallentamento. Richiesta dunque non giustificata neanche dal punto di vista economico. Sul piano ambientale è noto che l’area a caldo è responsabile di malattie e morte, come dimostra la perizia epidemiologica del 2012; tra l’altro, si badi bene, al rispetto del cronoprogramma non corrisponde la reale tutela della salute.”
“In buona sostanza – conclude Eliana Baldo – +Europa mostra di fidarsi del piano Ambientale. Si tratta decisamente di un punto di vista differente rispetto al nostro basato prima di tutto sulla necessità di difendere la salubrità dell’ambiente e mirato a arginare le conseguenze delle emissioni industriali sul piano sanitario. L’aspetto più triste è rappresentato dall’assoluto silenzio sui pesantissimi dati relativi alla mortalità infantile, così come sulla negazione di democrazia e libertà in un territorio profondamente ferito come quello jonico”.