Al Parco della Maiella sta avvenendo una catastrofe ambientale, oltre 3000 ettari dell’aerea naturale sono andati distrutti a causa dell’incendio. Un dato impressionante, ma inaccettabile è il ritardo con il quale sono partiti i soccorsi.
Adesso stiamo addirittura utilizzando dei Canadair che arrivano dal Marocco, ma qualcuno non si era vantato che l’Italia aveva la flotta di questi particolari aerei utilizzati per gli spegnimenti più ampia d’Europa?
Tutto questo mentre ben 7.000 forestali che non sono più utilizzati nel compito attivo di spegnimento di fuoco dopo la scellerata Riforma Madia. A questo si aggiunga che la Regione Abruzzo, per scelta, non si è dotata di una sua flotta di elicotteri, che sarebbero stati provvidenziali per contrastare con tempestività le decine di incendi dolosi che hanno mandato in fumo un’area naturale tanto importante. Dopo 12 giorni di fiamme incontrastate che hanno distrutto la biodiversità e il patrimonio faunistico e che stanno mettendo a rischio anche l’incolumità pubblica e la salute dei cittadini, come sta accadendo nel comune di Pacentro, Ministero dell’Ambiente, Regione Abruzzo e Protezione Civile non siano stati in grado di organizzare una massiccia operazione di spegnimento del fuoco.
Senza nulla togliere all’encomiabile e coraggioso lavoro dei volontari e dei vigili del fuoco in queste ore, a cui va la nostra totale riconoscenza, non possiamo che ribadire che il ritardo con cui si è approntata l’operazione di contrasto e spegnimento di questo incendio ha portato alla catastrofe che stiamo vedendo e quindi qualcuno dovrà rispondere di quanto accaduto, soprattutto in riferimento al ritardo dei soccorsi , perché ancora oggi, mentre scriviamo queste righe, le fiamme continuano a bruciare il Parco della Maiella tra l’indifferenza delle istituzioni.
Il ministro Galletti ci spieghi, al di là delle sue telefonate di circostanza, come sia possibile che lasci bruciare così un Parco Nazionale, la cui tutela spetta al Ministero dell’Ambiente e perché il Parco della Maiella non interessa a nessuno? Di certo, però, potrà interessare alla Procura della Repubblica alla quale chiederemo di verificare se ci siano state negligenze e ritardi, anche in merito ai pericoli per la salute dei cittadini.