La suonata elettorale del 4 maggio merita di rimettere in discussione le modalità di essere come movimento e\o partito politico della Federazione dei Verdi.La contraddizione tra urgenza e sensibilità ambientale così diffuse e la loro rappresentazione nello scenario deve essere risolta in un modo o in un altro .sarebbe non degno della storia ancorché breve dei Verdi continuare con meccanismi di sopravvivenza che si riducono spesso a contrattazioni al ribasso di presenze nelle liste elettorali o coalizioni.
Lo scenario politico è nuovo e certo non esaltante così come gli attacchi a natura, territorio, paesaggio e beni comuni si intensificano pur di fronte a dichiarazioni internazionali di presa di coscienza che il pianeta ha bisogno di sostenibilità e le scelte non possono essere più rimandate.
E’ necessario quindi tornare all’opposizione vera e sentita in comunanza con le istanze che vengono dai soggetti sociali e da tutte quelle espressioni del mondo ambientalista che conosciamo bene, ci sarà tempo per preparare un programma di lavoro articolato e non sarà difficile perché i Verdi hanno davvero idee e contenuti da proporre.
Azzerare la nostra organizzazione proponendo un appello a una nuova militanza: non hanno senso le federazioni regionali ormai ridotte a piccoli comitati dei soliti noti ed eroici militanti che non avrebbero riconoscimento di lunghe lotte se l’immagine dei Verdi continuasse ad essere quella attuale, quella di chi sia pure provocatoriamente ci chiede…”ma I Verdi esistono ancora?”
I Verdi ci sono perché ci sono gli Ecologisti : ritrovare il gusto delle sfide che sembrano impossibili e che ci hanno fatto invece vincere e imporre cambiamenti radicali.
Eravamo forti quando eravamo “con i sandali” e siccome non si vince con la nostalgia occorre ritrovare il filo che può connetterci di nuovo con istanze non eliminabili con i meccanismi soliti del consenso, con le irrequietezze che si agitano nel profondo della società e che guardano con insofferenza al depauperamento del pianeta, al degrado del proprio habitat così come quello delle altre specie viventi.
Non abbiamo finito il nostro compito con la vittoria sul nucleare e con le leggi che siamo riusciti a far approvare..è sotto gli occhi di tutti che la conversione ecologica è ben lontana dal realizzarsi che le spinte alla restaurazione dei vecchi modelli sono sempre in agguato.
Un gesto di umiltà e allo stesso tempo di grande respiro porterebbe su di noi di nuovo molta simpatia e quello smalto che abbiamo perduto con l’omologazione alle forme dei partiti tradizionali. I Verdi non hanno la piattaforma Roussseau e sappiamo come farne a meno, del resto molto prima dei 5S Langer poneva il carattere della “liquidità” diciamo così dell’organizzazione insegnandoci tolleranza e protagonismo allo stesso tempo.
La soluzione organizzativa ed economica non è così impossibile e darsi anche questa come sfida, sperimentare nuove forme di comunicazione anche oltre i social network non è per i Verdi che un’altra bella avventura.