Vivere in armonia con la natura

Lo slogan della “Decade 2011-2020 delle Nazioni Unite per la Biodiversità

“Living in Harmony with Nature” è lo slogan della “Decade 2011-2020 delle Nazioni Unite per la Biodiversità” che si è resa necessaria, dopo il fallimento degli obiettivi di conservazione previsti per l’anno 2010. Ma cosa si intende per conservazione? Cosa è giusto conservare? Perché è invece ritenuto giusto ridurre numericamente o annientare alcune forme di vita (gli alieni) sul Pianeta Terra? A questi interrogativi si danno numerosissime spiegazioni scientifiche, sociali ma, principalmente, economiche.
il 5 giugno 1992, a Rio de Janeiro, 192 Paesi più l’UE firmano la “Convenzione sulla Diversità Biologica” (CBD). Che intendono raggiungere attraverso 7 programmi di lavoro tematici (Biodiversità Agricola, Biodiversità delle terre aride e sub umide, Biodiversità delle Foreste, Biodiversità delle acque interne, Biodiversità delle isole, Biodiversità marina e costiera, Biodiversità delle montagne). Il lavoro sviluppato in tali ambiti ha evidenziato questioni trasversali collegate come “Aree protette”, “Specie Aliene Invasive”, “Strategia Globale per la Conservazione delle Piante”, “Conoscenza tradizionale”, “Biodiversità e cambiamenti climatici”.
Le problematiche collegate agli organismi viventi sulla Terra sono sempre subordinate alle esigenze antropiche. La pressione dell’uomo che inserisce le risorse naturali nei diversi comparti di produzione, estrazione e trasformazione (alimentare, tessile e manifatturiero, farmaceutico, edilizio, energetico, hobbistico, ornamentale, etc.) è divenuta al limite della resilienza e ne impedisce la conservazione futura. Al momento, è difficile pensare che la parte del genere umano che ha usufruito degli agi ottenuti con lo sfruttamento incontrollato delle risorse ci rinunci. È altrettanto impensabile che una grandissima parte di popoli non aspiri al miglioramento della qualità della vita. Poiché però non è più possibile sfruttare barbaramente il Pianeta, l’ONU chiede a tutti i paesi e le parti interessate di promuovere, entro il 2020, una efficace implementazione dei tre obiettivi della CBD: la conservazione della biodiversità; l’uso sostenibile della biodiversità; la ripartizione giusta ed equa dei benefici derivati dall’uso delle risorse genetiche. Ecco quindi che l’impegno che come responsabile mi sento di assumere è quello di riportare all’attenzione politica la necessità di perseguire i cinque obiettivi di Aichi:
A: Affrontare le cause della perdita di biodiversità con strategie di integrazione fra governi e società;
B: Ridurre la pressione diretta sulla biodiversità e promuovere un uso sostenibile;
C: Migliorare lo stato della biodiversità salvaguardando ecosistemi, specie e diversità genetica;
D: Migliorare i benefici che derivano a tutti dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici;
E: Migliorare l’attuazione attraverso la progettazione partecipata, la gestione della conoscenza e lo sviluppo di capacità.

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