Diciannove uomini e una donna, Maria Cecilia Guerra, hanno partecipato al confronto politico del 12 settembre, di cui la stampa ha dato ampiamente conto, tra la delegazione di Campo progressista guidata da Giuliano Pisapia e quella di Articolo 1 – Mdp, guidata da Roberto Speranza.
Alla riunione solo una donna
Noi Verdi abbiamo valutato positivamente i passi avanti effettuati per dare vita alla realizzazione di un progetto, cui crediamo e intendiamo contribuire. Proprio per questo, mi permetto di avanzare un’obiezione di fondo, che è anche una sincera preoccupazione, circa la composizione, infelice ed anacronistica, della nutrita delegazione, che se non fosse stato per la presenza di Cecilia Guerra, Presidente del Gruppo Art.1 – Mdp al Senato, sarebbe stata di soli maschi, senza alcuna donna. Imbarazzante, a dir poco!
La politica tenga conto del protagonismo femminile
Ma non ci si poteva pensare prima? A fronte di un protagonismo femminile, che si esprime con consapevole intraprendenza e competenza in ogni ambito della vita pubblica, compresa quella religiosa, le forze politiche, che aspirano al radicale cambiamento dell’esistente, non possono procedere senza tenerne conto. Devono assumere l’urgenza di uscire da metodi, linguaggi e forme di una politica di origine patriarcale ormai al tramonto. In questo senso, va riconosciuto il merito della Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha, con grande coraggio e determinazione, preteso l’uso sessuato della lingua anche negli atti parlamentari.
Non può esserci conversione ecologica senza trasformazione di sé
Noi Verdi a quella riunione non c’eravamo, altrimenti avremmo ricordato che nello statuto della Federazione dei Verdi e di tutti i partiti che fanno parte dell’European Green Party è prevista la presenza paritaria di donne e uomini in tutti gli organismi e ruoli, nell’intento di valorizzare la differenza sessuale, madre di tutte le differenze, e favorire lo scambio e la circolazione del sapere pratico e teorico femminile. Nella convinzione che non può esserci conversione ecologica senza trasformazione di sé e della relazione con l’altro/l’altra da sé, con il mondo e tutti gli esseri che lo abitano.