Dopo il dieselgate dobbiamo ancora parlare di truffe da parte delle case automobilistiche per quanto riguarda le emissioni di CO2 dei veicoli prodotti. In questo caso a segnalarlo è la Commissione Europea e reso noto alle cronache dall’associazione Transport&Environment, ma cosa succede questa volta?
Secondo i dati raccolti le case automobilistiche falsificherebbero i test sulle emissioni delle vetture, gonfiandoli. Il motivo è presto spiegato: i tassi di CO2 vengono tenuti più alti per compensare i tagli delle emissioni previsti i target al 2025 potrebbero risultare indeboliti del 57%, quelli al 2030 del 23%. Chiaramente più alto è il dato recente e più alta sarà la quota da rispettare.
Nonostante l’associazione che racchiude le più importanti industri produttrici di automobili neghino su tutta la linea di aver truccato i test, l’Europa sembra avere le sue ottime ragioni per lanciare l’allarme.
Anche perchè la necessità di una drastica riduzione delle emissioni di CO2 è sempre più vitale. Il clima sta cambiando e le emissioni non fanno altro che mettere un macigno sull’acceleratore di questo processo, con effetti devastanti dovuti all’innalzamento delle temperature.
Basti pensare all’aumento del livello di mari e oceani, oppure a quel caldo fuori dal normale che sta causando scarsità di produzione delle patate in Germania, agli incendi che si moltiplicano, alla perdita di biodiversità, agli eventi climatici straordinari e dalle conseguenze catastrofiche.
Tra le molte problematiche dovute alle emissioni inquinanti c’è anche quello delle polveri sottili che saturano l’aria delle nostre città e causano – in Italia – circa 90.000 morti ogni anno.
L’Europa, con la COP21 di Parigi si è impegnata a ridurre le emissioni, e per questo sta appicando una serie di politiche – anche se non ancora del tutto sufficienti – per cercare di rispettare questo impegno. Tuttavia ancora una volta il sistema delle industrie dell’automobile tenta di ovviare nelle maniere più subdole il rispetto di questi parametri.
L’unica soluzione è quella di dire definitivamente “addio” al motore a scoppio (qui la proposta dei Verdi), la transizione verso la filiera dell’auto elettrica deve iniziare da subito, anche perchè ormai sembra chiaro che finchè ci sono veicoli a combustibili fossili ci saranno tentativi di mistificazione dei dati sugli inquinanti e sulle emissioni.
Il passaggio all’auto elettrica, opportunamente incentivato a livello governativo, rappresenta quella iniezione di novità sul mercato delle automobili che può far ripartire un sistema che ormai si innova con difficoltà e che vede cicliche crisi, ma soprattutto metterebbe una definitiva parola “fine” su tutte quel sistema omologazioni a standard di emissioni di inquinanti che troppo spesso viene aggirato. Convertire i trasporti all’elettrico vorrebbe dire prendersi responsabilmente cura della salute dei cittadini italiani ed europei e del territorio.