La cattura o l’abbattimento dell’orso di Terlago sarebbe solo l’ennesimo stupro nei confronti della natura: “Gli orsi sono stati reintrodotti dall’uomo in trentino negli anni ’90 ora vogliono ucciderli”
“L’ordinanza del Presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi che prevede oltre l’identificazione dell’orso di Terlago anche l’eventuale cattura per captivazione permanente e l’abbattimento è l’ennesimo stupro nei confronti della natura” . Lo scrive in una nota il Responsabile dei Diritti degli Animali dei Verdi, che prosegue “ Si tratta di un fatto di una gravità inaudita che fomenta paure per guadagnare consensi. Sotto questa luce sono ancora più inquietanti sono le parole del consigliere leghista Fugatti che vuole una liberazione dei boschi da parte della provincia per tornare ad essere “padroni di casa loro”. Il punto è un altro: I plantigradi non sono tornati in Trentino per loro volontà, ma per decisione della Provincia con il Progetto Life Ursus che è costato a tutti noi 3,6 MLN di euro. Adesso li vogliono ammazzare.”
L’animalista conclude: “Non staremo a guardare, non ci sarà una Daniza 2. Gli orsi sono una specie particolarmente protetta. Siamo pronti a una mobilitazione totale per sventare questo assassinio” .
La vicenda che in questi giorni sta dividendo l’opinione pubblica è quella dell’orso che vicino a Terlago in Trentino, ha assalito un uomo che stava passeggiando nei boschi. Tuttavia la decisione da parte del presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi, sta nell’ordinanza il cui testo prevede sì un «intervento di monitoraggio, identificazione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica». Ma alla lettera j) dell’Ordinanza si sottolinea la “cattura per captivazione permanente” e alla lettera k) “l’abbattimento” dell’animale. L’orso, che si presume essere un esemplare femmina di circa 15 anni e dal peso di circa 133 kg non è altro che una delle eredi degli orsi che sono stati reintrodotti nella provincia di Trento durante gli anni ’90 in occasione del progetto Life Ursus, per reintegrare una specie animale che, pur essendo autoctona di quelle zone, aveva abbandonato il territorio. Adesso c’è chi vorrebbe una “liberazione” da parte di questi animali per poter sfruttare meglio i propri territori, ma non tiene assolutamente in considerazione l’equilibrio che la natura crea, per questo optare per una campagna di abbattimento dei plantigradi in Trentino sarebbe l’ennesimo stupro nei confronti della natura.