Binomio Slowfood e Diocesi di Rieti : l’unione per risollevare le sorti di Amatrice

Un progetto ecologico per dare una nuova vita al territorio di Amatrice dal binomio Chiesa Slow Food: quando la convergenza di obiettivi è più forte delle diversità
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Il rispetto dell’ambiente e del bene comune è la chiave del progetto “Comunità Laudato Sì”. Monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, assieme a Carlo Petrini hanno lanciato quest’inziativa per riavviare non solo l’economia, ma la vita stessa in un territorio profondamente ferito dal terremoto come quello di Amatrice. I due scherzando si definiscono “il diavolo e l’acqua santa”, ma di fatto la comunione di intenti e la volontà di dare una nuova vita ad una zona complicata sono il terreno fertile su cui fondare le basi per una collaborazione solida.

Il punto d’incontro è prendersi cura della “Casa comune” attraverso la nascita di comunità che sperimentino un modus operandi orientato al rispetto, tutela e valorizzazione dell’ambiente. «Non c’è ecologia senza giustizia e non ci può essere equità in un ambiente degradato», queste le parole di Papa Francesco all’interno dell’Enciclica “Laudato Sì”. Come ben sappiamo si tratta di un testo che racchiude parole molto forti per risvegliare nell’uomo la coscienza ambientalista. La Terra è la Casa che è stata data agli uomini per essere abitata, e come “casa” è un dovere dell’uomo averne cura. A questo richiamo del mondo Cristiano si uniscono le voci degli esperti in allarme, per il fatto che se non ci sarà una rapida inversione di tendenza nello sfruttamento delle risorse naturali e azioni atte a limitare l’influenza umana sui cambiamenti climatici, in molto meno tempo di quello che potremmo pensare (circa entro i prossimi 30 anni), si assisterà a radicali mutamenti ambientali che renderà molte zone del globo terraqueo non più vivibili.

Ebbene, nonostante ci sia ancora chi come Donald Trump nega l’esistenza del Cambiamento Climatico, esistono numerose realtà che hanno compreso l’importanza della “convergenza di obiettivi” come prioritaria rispetto alle “diversità”. Per questo motivo Slow Food e la Diocesi di Rieti riprenderanno l’Opera di Don Minozzi realizzando un centro di educazione ambientale teorico-pratica, con fattoria annessa e che sia autosufficiente e verrà chiamata “Casa Futuro”. L’idea è quello di ripartire dalle comunità, dalle persone che si prendono cura del patrimonio comune ispirati dal principio dell’ecologia, che viene intesa non solo nei termini di tutela della biodiversità, ma declinata anche e soprattutto come un’ecologia sociale, che punti alla sostenibilità e alla tutela di tutto il patrimonio umano e ambientale. Dalle macerie della zona di Amatrice può rinascere un nuovo modello virtuoso di società che può diventare un primo baluardo per una vera transizione ecologica.

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