Ecofemminismo per la cura del mondo vivente
Firenze, settembre 2018
Da qualche tempo si è formata una rete di Ecofemminismo che ha lo scopo di valorizzare il nesso tra la sfida ecologica e la prospettiva della cura: una prospettiva che fa costitutivamente parte del pensiero femminile e il cui obiettivo, quanto mai fecondo, è quello di coniugare una precisa visione del mondo con una pratica e un impegno attivo nei confronti del mondo vivente.
Non è un caso che siano in particolare le donne ad aderire a questa rete. La vita non esiste se non ci sono le donne a crearla. Ma quello che ci interessa è estendere questa qualità a una dimensione simbolica che produca un pensiero creativo e pro-creativo, comune non solo a esseri umani di sesso femminile, ma a tutti coloro che, con il proprio femminile, hanno fatto i conti acquisendone conoscenza profonda. Ciò appare particolarmente urgente in una fase politica e sociale nella quale prevale a livello globale un revival di violenza sull’inerme –sia esso la natura, l’ambiente, le donne o i migranti- che richiede una capacità di resilienza che le donne hanno sviluppato in secoli di marginalizzazione. Attingere a questa capacità diventa oggi una risorsa preziosa per aprire nuove prospettive e proporre nuove visioni del mondo: tese alla difesa di ciò che è fragile e vulnerabile, alla solidarietà con chi non ha voce, alla contaminazione con l’altro da sé.
Riteniamo che la strategia operativa possa essere quella della formazione di una rete di cui quella dell’Ecofemminismo –già attiva sui social e altri di strumenti di comunicazione- potrebbe rappresentarne il cuore. In questo senso, ci proponiamo, insieme a tutte/i coloro che si riconoscono in questo obiettivo, di coagulare voci, esperienze ed energie volte alla creazione di un documento programmatico che rifletta tale visione attraverso il contributo, quanto più ampio e trasversale possibile. E che diventi il punto di partenza per rafforzare, anche attraverso una maggiore rappresentanza, la visione al femminile del pensiero ecologico grazie a quelle forme affettive, comunicative, relazionali e squisitamente pratiche che fanno parte di un patrimonio simbolico, tesoro sapiente, al quale le donne hanno forse un accesso più immediato e che è ancora tutto da valorizzare.
Elena Pulcini
Elena Mazza
Cecilia Armellini