Ricorderete tutti del sisma del 21 agosto 2017 che causò ingenti danni all’isola di Ischia, e ricorderete anche che molti dei crolli sono avvenuti anche in relazione al fatto che una gran parte di quegli edifici sono abusivi, e quindi costruiti senza permesso, anche laddove non concesso dai piani regolatori. Come Verdi avevamo chiesto lo stop delle leggi che favorissero questa pratica di costruzione irregolare (ne avevamo parlato qui) il tutto con una certa opposizione da parte di vari soggetti – politici e non – che rivendicano l’abuso edilizio come un presunto “atto di necessità”.
Da queste esigenze di legittimare fabbricati costruiti illegalmente è avvenuto il misfatto: il Governo giallo-nero ha inserito nel Decreto per Genova anche una parte dedicata agli abitanti di Ischia colpiti dal sisma. Come scrive Sergio Rizzo su Repubblica di oggi 1 ottobre 2018 vediamo che: << all’ Articolo 25 del decreto per Genova, righe 2,3 e 4 : “…I Comuni di cui all’articolo 17 comma 1 definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017…”. Qui non si parla del condono fiscale che sarà l’architrave della manovra finanziaria, chiamato impudicamente “pace fiscale”. Questa è un’altra storia, la storia di Ischia, isola paradisiaca purtroppo allagata dall’abusivismo. Finita dentro il decreto Genova, a 740 chilometri di distanza più un discreto braccio di mare, perché quello era il primo vagone in partenza sul quale caricare norme che devono stare molto a cuore. A chi, è presto detto. “Dopo il terremoto dello scorso anno, calati i riflettori, Ischia è stata abbandonata!”, aveva denunciato un mese fa Luigi Di Maio. Da sempre attento a tenere le ansie ischitane a portata di radar. Non per nulla cinque anni fa aveva presentato, allora dall’opposizione, un disegno di legge intitolato: “Riabilitazione degli edifici realizzati entro il 30 settembre 2004 con sospensione dei procedimenti amministrativi e giurisdizionali anche nelle aree soggette a vincolo paesistico”. Con relativo sospetto di sanatoria respinto sdegnosamente al mittente: “Non è un condono edilizio, ma un ravvedimento operoso del trasgressore” >>.
A questa idea di Di Maio & Co. hanno risposto Angelo Bonelli e Claudia Mannino, responsabile nazionale per il Mezzogiorno dei Verdi affermando: