La vittoria di Emmanuel Macron in Francia ha arginato l’ascesa di una destra populista e xenofoba, per il momento si può tirare un sospiro di sollievo
Vince Macron. Un bel sospiro di sollievo, non c’è dubbio, per questa vittoria che pone un forte argine alla deriva populista, xenofoba e antieuropea . Basterà per « sottrarre il popolo al populismo », come insegna la filosofa Annarosa Buttarelli, innanzitutto comprendendone ragioni e sentimenti, ponendosi in ascolto delle tante donne e uomini, operai, studenti, che hanno votato Le Pen o si sono astenuti? La crisi della democrazia e dei suoi istituti è tale da richiedere un cambio di passo, a livello dei singoli paesi e dell’Unione Europea, come da anni noi Verdi affermiamo.
La transizione necessaria verso un’economia e una società ecologicamente e socialmente orientate richiede certamente un vero Green New Deal, ma anche un ripensamento profondo del sistema politico e istituzionale, che tenga conto delle trasformazioni avvenute o in corso, locali e globali, delle questioni drammatiche che premono sui governi e sulle comunità, dal cambiamento climatico, alla disoccupazione e dissipazione delle giovani energie, all’immigrazione, alle guerre e terrorismo. Fanno bene i Verdi francesi a chiedere che le tematiche ambientali e sociali siano con precisione e convinzione assunte da Macron.
Personalmente scommetterei sull’influenza della moglie Brigitte Trogneux, che tanto sembra aver contribuito al successo del neopresidente, donna coraggiosa e già nonna, che sicuramente ha a cuore il futuro delle giovani generazioni e del pianeta che le deve poter accogliere. Di certo saranno determinanti i risultati che le forze Verdi ed ecologiste saranno in grado di conseguire alle elezioni legislative di giugno.
Luana Zanella – Delegata per l’esecutivo alla politica estera e ai rapporti con i Verdi europei