Una delle accuse che vengono spesso rivolte alla cultura politica ambientalista è quella di inseguire i bisogni di una fascia alta della società trascurando i problemi della gente comune che abita le periferie del nostro paese. Niente di più falso, naturalmente. Trattasi, meglio dirlo subito, di una lettura caricaturale, e di comodo. Una balla, una fanfaluca, una fake news, per usare un termine abusato nonché corrente. Andatela a raccontare, mi verrebbe da dire, e se trovate il coraggio, agli abitanti della Terra dei fuochi o ai cittadini di Taranto che, a dispetto delle promesse elettorali, combattono ogni giorno per la sopravvivenza…
A Taranto Arpa non ha ancora reso pubblici i dati sulla diossina di novembre e dicembre dello scorso anno. Perché? Che cosa c’è da nascondere? I primi dieci mesi del 2018 hanno registrato un aumento allarmante della diossina: tra gennaio e ottobre 20,5 volte di più. Ripeto: 20,5. Nel 2008 gli stessi dati portarono all’abbattimento di 1.124 capi di bestiame.
L’Ilva, questa Ilva, non ha futuro. Il diritto alla vita non può essere calpestato dalla logica del profitto e della produzione. La proposta dei Verdi è di avviare la conversione ecologica a Taranto chiudendo tutte le fonti inquinanti: Taranto ha pagato un prezzo altissimo in vite umane per l’acciaio italiano. Ora bisogna dire basta. Lo hanno fatto a Bilbao, a Pittsburgh: si può fare anche a Taranto. L’unico ostacolo è una classe politica miope e irresponsabile incapace di guardare al futuro e di costruire un’economia della vita. Bisogna difendere il diritto dei cittadini di vivere nel loro territorio: a Taranto gli equilibri della vita quotidiana sono saltati, tutti, non c’è diritto alla scuola, allo studio, non c’è libertà di respirare. Tra “la borsa o la vita” dobbiamo scegliere senza esitazioni, traccheggiamenti o furberie elettorali, la vita. Il Movimento 5 stelle ha tradito Taranto e i tarantini. Prima di andare al governo parlava di chiudere le fonti inquinanti, di riconversione economica, di riutilizzare la forza lavoro nella bonifica del siderurgico… Niente è stato realizzato. Peggio: ora dicono che non ci sono problemi, che tutto fila per il verso giusto, proprio come facevano i governi che li hanno preceduti in una continuità grottesca e umiliante.
A Taranto i Verdi c’erano (in prima fila con Angelo Bonelli), ci sono e ci saranno. Capolista della circoscrizione 4, Italia meridionale, alle prossime elezioni europee del 26 maggio, sarà Eliana Baldo che i tarantini conoscono molto bene. Avvocato di parte civile nel processo “Ambiente svenduto”, difende da sempre le vittime dell’inquinamento.
Accanto a lei, nelle altre circoscrizioni, altre quattro donne. La sottoscritta, circoscrizione 1, Italia nord occidentale, Silvia Zamboni, circoscrizione 2, Italia nord orientale, Annalisa Corrado, circoscrizione 3, Italia centrale, e Nadia Spallitta, circoscrizione 5, Italia insulare. Cinque donne e una promessa mantenuta di centralità femminile.
Articolo originale su “Il Fatto Quotidiano” pubblicato il 21/04/2019