“Di Maio non la racconta giusta quando afferma che non ha rilasciato i permessi per la ricerca di idrocarburi nel mar Ionio e che l’autorizzazione è stata data dal precedente governo (che certamente ha le sue gravi responsabilità). In realtà le autorizzazioni rilasciate il 7 dicembre, come si evince dal sito del MISE. Le tre autorizzazioni sono state firmate dal direttore generale del dello stesso MISE, che ricordo a Luigi Di Maio essere il ministero da lui guidato. Quindi è sotto la guida di Luigi Di Maio che si è dato il via alle ricerche di petrolio nel mar Ionio tra l’altro in area delicata dal punto di vista ambientale non solo perché di fronte alle spiagge più belle del Salento ma anche perché area strategica del passaggio dei cetacei.” Ha spiegato oggi Angelo Bonelli dei Verdi in una conferenza stampa, ed ha proseguito:
“Il ministro dell’Ambiente Costa ieri con una sua dichiarazione ufficiale ha messo in grave difficoltà e forse senza rendersene conto ha smentito il suo leader Luigi Di Maio, quando ha spiegato che ‘anche se arrivasse un parere positivo della commissione Via non sarebbe automaticamente un’autorizzazione’. Quindi si dovrebbero mettere d’accordo: Quello firmato dal ministero di Di Maio sul mar Ionio era un atto tecnico dovuto perché altrimenti il suo dirigente avrebbe commesso un reato, oppure, come dice il ministro Costa, i pareri positivi non comportano l’automatica autorizzazione?”

“Ma c’è di più, – ha continuato Bonelli – con deliberazione della giunta regionale della Puglia n.213 del 20/02/2015 e con determinazione del direttore dell’ufficio Via regionale n.1889 del 11/02/2015, atti che sono in grado di produrre, si dava parere negativo della valutazione d’impatto ambientale alla ricerca petrolifera nel mar Ionio.
Il parere negativo si basava sull’elevato impatto ambientale all’ecosistema marino e sul passaggio dei cetacei in relazione all’uso della tecnica dell’air gun, che come è noto sono bombe d’aria compressa e sonore. Ecco allora l’appiglio che Di Maio avrebbe potuto utilizzare per non dare le autorizzazioni. Invece, nonostante questo parere negativo, il MISE ha rilasciato ugualmente l’autorizzazione alla ricerca petrolifera.”
“Infine, sempre di Maio sul suo post su Facebook di ieri, affermava che lui ha scelto il ministero dello Sviluppo Economico cito testualmente.’Perché sapevo che da queste parti passano le autorizzazioni a trivellare i nostri mari. In questi mesi abbiamo già fermato tante nuove richieste’, ma non è vero, come anche sottolineato da Enzo Di Salvatore già presidente del comitato referendario contro le trivelle, che sono state fermate istanze di ricerca petrolifera o autorizzazioni. Sul BUIG da quando c’è DI Maio non c’è traccia di un’istanza di rigetto, che andrebbe obbligatoriamente pubblicata.”
“Ecco allora le 5 domande che voglio porre a Di Maio e Costa, e che con quali mi rivolgerò anche alla Procura della Repubblica:
1) perché se avevate e avete l’intenzione di presentare una norma che possa bloccare le autorizzazioni, il 7 dicembre sono state firmate le tre autorizzazioni sul mar Ionio?
2) Perché non avete sospeso il rilascio dell’autorizzazione in attesa dell’approvazione della nuova norma da voi annunciata?
3) Perché la norma da voi annunciata non è stata presentata in finanziaria evitando in questo modo l’avvio delle ricerche petrolifere di fronte le spiagge più belle d’Italia?
4) E’ vero che ci sono stati disguidi che non hanno consentito la presentazione della norma in finanziaria per problemi di comunicazione? O i motivi sono altri?
5) Perché l’autorizzazione del 7 dicembre 2018 non ha tenuto conto del parere via negativo della regione Puglia?”