Lo Stato Italiano eroga sussidi per alcuni tipi di attività, essi si possono classificare in “favorevoli” o “dannosi” per l’ambiente. Questi sussidi sono stati catalogati nel febbraio 2017 da parte dell’allora Ministero dell’Ambiente italiano, che ha pubblicato un documento dal titolo “Catalogo dei sussidi ambientali favorevoli e dei dei sussidi dannosi 2016”. In questo documento erano contenuti ed elencati con dovizia di particolari i sussidi erogati ed il risultato emerso fu che dei 41 miliardi di euro di sussidi versati – l’equivalente di circa il 2,5% del prodotto interno lordo nazionale – 9 miliardi avevano un impatto incerto o nullo sull’ambiente e 32 miliardi si dividevano tra sussidi favorevoli e sfavorevoli all’ambiente. In seguito poi si è compreso che certamente oltre 16 miliardi di euro erano destinati ad attività dannose per l’ambiente e nel corso della scorsa campagna elettorale il M5S aveva inserito tra le roboanti promesse il taglio di questi terribili fondi. Ed eccoci tornati ad oggi: approvata la prima finanziaria di questo governo giallonero, di questi fondi non se ne è neppure sentito parlare nelle discussioni. Morale della favola: sono rimasti esattamente al loro posto, a pesare sulle tasche dei cittadini e sulla salute dell’ambiente.
Sull’argomento sono intervenuti i coportavoce dei Verdi Matteo Badiali ed Elena Grandi che commentano: “Che fine hanno fatto i tagli ai sussidi dannosi per l’ambiente promessi in campagna elettorale dai 5 stelle? Anzi, ormai 4 stelle, dovendo constatare la scomparsa della stella dell’ambiente. Il Governo non si è minimamente preoccupato di affrontare né questi né il tema dei ‘sussidi favorevoli’ per l’ambiente che non sono stati neanche sfiorati dalla discussione sulla finanziaria”.
“Risulta che il precedente Governo nel 2016 aveva versato 16,6 miliardi di euro per sussidi dannosi, di cui 11,5 miliardi finiti persino a beneficio delle fonti energetiche fossili. Eppure su questo argomento non è stato proferito verbo, addirittura è stato saltato a pie’ pari all’interno delle misure contenute nella Manovra, con il risultato che quei fondi dannosi per l’ambiente sono ancora al loro posto e gli italiani sono costretti a pagare per destinare risorse a chi inquina”.
“E’doveroso che si intervenga immediatamente su questi finanziamenti statali dannosi per l’ambiente – concludono Grandi e Badiali – e che tali risorse vengano destinate per il processo di transizione ecologica e sostenibile di cui l’Italia ha reale necessità”.