Il CETA ( ovvero il trattato economico tra Europa e Canada) è entrato parzialmente in vigore come previsto dagli accordi internazionali lo sorso 21 settembre, ma ci sono degli elementi che potrebbero frenare la ratifica e l’approvazione definitiva del trattato. Domani, 26 settembre, il parere favorevole che era stato espresso dalla Commissione verrà discusso in Senato e, anche se l’esito della votazione sembra tristemente segnato, la mobilitazione contro la ratifica continua. Ad esempio proprio il 21 settembre l’assemblea di Roma Capitale ha approvato con 26 voti favorevoli e uno contrario del Pd, la mozione 102/2017, a firma dei Consiglieri a firma dei Consiglieri, recante “Impegno per la Sindaca e la Giunta a rappresentare, nelle deputate sedi istituzionali, la contrarietà di Roma Capitale circa la procedura di approvazione del trattato Ceta, (Comprehensive Economie and Trade Agreeement), accordo economico e commerciale globale di libero scambio tra Canada e Unione Europea”. Roma è solo uno degli ultimi 21 comuni d’Italia, in ordine cronologico, ad aver assunto una posizione in netto contrasto con il trattato.
Se il nostro Paese non ratificasse il CETA, come previsto dalla normativa europea, il trattato non sarebbe più applicabile in quanto in contrasto con le volontà di uno stato membro, ma anche in altri stati europei sono state poste questioni sulla genuinità dell’accordo. In Francia la questione è stata affidata dal governo ad un gruppo di super esperti per valutare pro e contro del trattato e la presidenza sta ancora studiandone i dettagli , specialmente per il fatto che non è prevista alcuna tutela o alcun principio precauzionale che tuteli i cittadini europei sulla conformità di prodotti importati con quelli UE. Il governo belga ha persino presentato alla Corte europea di Giustizia un ricorso che ha al centro la questione del “tribunale speciale” (di cui vi avevamo parlato qui ) che deve dirimere le controversie in materia commerciale tra UE e Canada. La Polonia ha posto questioni importanti di legittimità dell’entrata in vigore del CETA il 21 settembre, quindi prima che tutti gli stati potessero procedere alla ratifica o al rifiuto di esso.
Nel frattempo la campagna del comitato STOP CETA TTIP (che potete trovare qui) in cui si chiede di contattare un senatore e di chiedergli di rinviare ancora la ratifica e di ascoltare le istanze delle associazioni di cittadini, produttori, consumatori e ambientalisti è ancora attiva, è necessario mobilitarsi e far sentire le molte voci contrarie ad un trattato che , per citare la testata francese BFM TV che riporta lo studio degli esperti d’oltralpe: “avrà un impatto sfavorevole” sull’ambiente e anche su parte delle economie locali.