Pippo Civati, segretario nazionale di Possibile, ha promosso la candidatura di Fornaro a Taranto tenendo un comizio nel capoluogo pugliese
“Votate la discontinuità. In queste amministrative ci sono troppi candidati e questa frammentazione serve ai pochi che comandano per mantenere le cose così come stanno”.
L’onorevole Pippo Civati, segretario nazionale di ‘Possibile’, ieri sera era a Taranto per sostenere la candidatura di Vincenzo Fornaro sindaco. Prima un incontro con i giornalisti poi il comizio in piazza Maria Immacolata.
“Fornaro andrà al ballottaggio. E se vince Fornaro vince Taranto, proprio come lo slogan. Perché cambieranno molte cose e non solo qui ma in tutto il Mezzogiorno, nell’inerzia politica nazionale verso un Sud lasciato residuale con cui la politica dei paternalisti dovrà fare i conti”.
Accanto a Civati c’è Anna Rita Lemma, che lo accompagna da tempo nel suo percorso politico e che ha deciso di sostenere la candidatura di Fornaro, con la lista ‘Partecipazione è Cambiamento’.
“Fatemi ringraziare Anna Rita Lemma, l’unica candidata che ha rinunciato a candidarsi a sindaco nella storia della Repubblica italiana. In un universo politico di narcisi, con lei abbiamo fatto una riflessione ed abbiamo deciso di investire su un’accoppiata vincente per noi, guidata da Fornaro. Siamo l’esempio che si può collaborare e c’è un programma politico dietro, che andrà oltre le amministrative. Abbiamo deciso di non chiuderci tra di noi ma rilanciare ed aprire le piazze alla partecipazione. Dietro Vincenzo, non ci sono poteri forti, cordate, ministeri e sottosegretari. E questo ve lo voglio dire perché la vicenda di Taranto è la vicenda dell’umiliazione della politica. Purtroppo da questa Regione e da questa città, sul caso Ilva e non solo, ho visto un ceto politico sempre pronto a fare un favore a chi era più potente, fino ad arrivare al punto che ci siano garanzie penali per chi compra Ilva e non ci siano garanzie sanitarie minime per i cittadini. Una cosa totalmente incostituzionale spacciata per necessaria”.
Civati ricorda i volti per bene che compongono le liste ‘Taranto Respira ed ecologisti’, ‘Partecipazione è Cambiamento’ e ‘Dema’. “Non ci sono retroscena e doppi fondi. Una campagna fatta in autofinanziamento, con qualche bella festa e non con strani conti o offrendo aperitivi e cene agli elettori o peggio ancora con voti di scambio e la speranza di un lavoro promesso che poi scompare, colpendo una popolazione che è in difficoltà e sarebbe lontanissima da queste pratiche se non avesse un bisogno di ricorrere a soluzioni di emergenza. Diciamo che quello scambio è un capestro e che queste persone non restituiranno più la delega ricevuta. Invece quella delega va verificata ogni giorno, nei quartieri, nelle periferie. Non è retorica. Ci sono persone che lo fanno. E si può fare davvero. Voi potete farlo. Insieme”.
Per Civati “Fornaro è un esempio eclatante, un esempio di rinascita di fronte ad un problema irrisolvibile. Nel risollevarsi ha interrogato tutto il sistema intorno a lui, Domandandosi come coniugare l’interesse privato di una ripartenza, come è accaduto con l’idea della canapa, con l’interesse della comunità, una cosa di cui la politica italiana non si occupa più. Tenetelo presente anche per le prossime elezioni politiche. Questo modello seguito a Taranto è quello giusto per ricostruire un protagonismo anche a livello nazionale”.
Ed in merito alla questione degli undici decreti legge ‘salva-Ilva’. “Non sono serviti a fare autocritica rispetto a quello che stava accadendo. Io votai a favore solo il primo. Penso al settimo decreto, quando uscii dall’aula perché ritenevo intollerabile quello che stava accadendo. Con Anna Rita Lemma e con la pediatra Anna Maria Moschetti, avevamo discusso a lungo dei contenuti di quel settimo decreto. Io ero ancora nel Pd e cercavo di lavorare per migliorare un testo che mi sembrava molto conservativo, timido e accondiscendente verso i reati. La mia posizione non è mai cambiata rispetto alla gravità di quello che succedeva a Taranto”.