Uova al Fipronil: che cosa fare? Necessaria campagna europea

Una campagna capillare a livello europeo contro i pesticidi e contro i mega allevamenti industriali , per il sostegno all'agricoltura biologica e biodinamica
uova al fipronil

Una campagna capillare a livello europeo contro i pesticidi e contro i mega allevamenti industriali , per il sostegno all’agricoltura biologica e biodinamica

Lo scandalo delle uova al Fipronil, antiparassitario usato nei megaallevamenti industriali, finite anche nei prodotti trasformati che usano uova, getta una luce sinistra su tutto il comparto dell’alimentazione consumistica attuale.
La rincorsa al prezzo basso sugli scaffali , mentre cresce la spesa per auto, telefonini e scemenze varie, incentiva la produzione industriale animale.Esiste una complicità del cittadino, ridotto a consumatore, anche in questa vicenda.
E non è solo questione di costi. La vendita diretta nelle aziende bio, nei mercatini, nei gas non costa più dei supermercati ed assicura salute e benessere a se, agli animali, a tutto l’ambiente.
Giustissima la richiesta di sequestro dei prodotti contaminati, presentata da Angelo Bonelli e Luana Zanella, così come sacrosanto l’obiettivo di arrivare ad una effettiva tracciabilita’ di ogni prodotto alimentare nella etichetta, elencando l’origine dei suoi componenti.
Già negli anni ottanta Aldo Sacchetti , il più lucido scienziato ecologista italiano, nel suo libro L’Uomo Antibiologico, Feltrinelli , ora solo on line, descriveva gli allevamenti industriali come un inferno dove si nega la biologia e l’etologia degli animali e si usano dosi massicce di antibiotici e pesticidi che finiscono poi nell’ambiente e nei prodotti alimentari.
Il fenomeno di resistenza agli antibiotici trova anche qui una delle cause . Così come la salmonella ubiquitaria nell’ambiente.
La vicenda Fipronil, un antiparassitario , finita nelle uova e’ l’ennesimo , ma non unico ne’ ultimo campanello d’allarme .
Serve una campagna europea contro i pesticidi in agricoltura e contro gli allevamenti industriali. Una necessità per il partito verde europeo.
E una campagna di sostegno all’agricoltura biologica e biodinamica, l’unica che garantisce alimentazione sana e benessere anche per gli animali.
Si potrebbe valutare anche la riproposizione di un referendum contro i pesticidi.
I Verdi italiani lo promossero, con un ampio arco di alleanze, dal,PCI a Dp ai braccianti CGIL, nell’89. Purtroppo fu abbinato a quello contro al caccia ed i boicottaggio dei cacciatori impedì di raggiungere il quorum. Ma 18 milioni di italiani votarono per abolire i pesticidi. Oggi con un movimento ecologista sparpagliato ed imploso occorrerebbe trovare punti comuni, sinergie, alleanze. Finché ci saranno vegetariani o vegani non biologici non andremo da nessuna parte.
Se il movimento animalista , così litigioso e parcellizzato non abbandonerà pulsioni estremistiche e non troverà punti comuni ragionevoli con i movimenti ecologisti , sarà difficile ottenere la chiusura dei megaallevamenti industriali.
Negli anni ottanta per un poco si trovo una intesa con il convegno bolognese Macchine Animali. Oggi ognuno coltiva il suo orticello. Addirittura qualcuno si pone sotto le ali della Brambilla berlusconiana, vero esempio di coerenza ambientalista . E che dire di chi si riconosce nel movimento reazionario di Grillo? Dove alcuni temi ambientalisti di comodo servono solo a distruggere . Se non ricostruiamo una visione olistica ecologista sarà difficile fare battaglie vere ed efficaci.
Intanto si potrebbe rileggersi Aldo Sacchetti ,in biblioteca o on line.

 Paolo Galletti , responsabile politiche della salute Federazione dei Verdi

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