Oggi 3 luglio 2017 sono passati ormai 22 anni dalla morte di Alexander Langer (1995). Eppure la sua figura di ecologista e costruttore di pace emerge sempre più come un punto di riferimento straordinario non solo per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di collaborare con lui, ma anche per le nuove generazioni che in lui scoprono il “costruttore di ponti” (come ho intitolato il libro a lui dedicato nel ventennale della morte: “Alexander Langer. Costruttore di ponti”, La Scuola, Brescia 2015), un autentico testimone e profeta del nostro tempo.
I temi fondamentali del suo pluridecennale impegno politico, culturale e civile sono stati la convivenza interetnica, la conversione ecologica, la capacità di fare la pace tra gli uomini e con la natura, la trasversalità di una iniziativa politica a tutto campo, capace di misurarsi con tutte le sfide dell’umanità, dai conflitti alla transizione ecologica e ai cambiamenti climatici.
Langer è stato promotore e co-fondatore dei Verdi italiani dall’inizio degli anni ’80, per tre volte consigliere regionale/provinciale in Trentino-Alto Adige/Südtirol, per due volte parlamentare europeo dei Verdi italiani e primo co-presidente del Gruppo verde al Parlamento europeo. Ma il suo impegno non si è mai limitato al piano istituzionale, dove comunque ha lasciato una traccia profonda del suo passaggio.
Alex Langer ha promosso anche la “Campagna internazionale Nord-Sud, biosfera, debito e sopravvivenza dei popoli”, la “Fiera delle utopie concrete”, la “Carovana europea della pace”, il “Verona Forum per la pace e la riconciliazione nella ex-Jugoslavia”, il sostegno alla istituzione del Tribunale penale internazionale per i crimini di guerra nella ex-Jugoslavia, la proposta di istituzione di una Agenzia e di un Tribunale internazionale per l’ambiente, e molte altre iniziative.
Tra i suoi innumerevoli scritti, vanno ricordati soprattutto il “Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica”, “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile” e la bellissima lettera ecologica indirizzata al “Caro San Cristoforo”.
Tra le sue espressioni ricorrenti vanno ricordate il “Solve et coagula” contro le cristallizzazioni burocratiche degli apparati politici, il “Lentius, profundius, suavius” contrapposto al “Citius, altius, fiortius” come paradigma della società contemporanea, “La logica dei blocchi blocca la logica” a confronto con le contrapposizioni della guerra fredda, “Dell’importanza di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera” come sintesi della sua concezione dell’impegno politico e umano.
Molte delle sue intuizioni si ritrovano anche nell’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’ “, pubblicata vent’anni dopo la sua morte. E anche questo dimostra la straordinaria attualità del suo pensiero e del suo impegno ecologista.