Ben venga un appuntamento di discussione aperto alle, agli aderenti ai Verdi e non, il 9 settembre, al Centro Cavour di Roma. Urgente e necessario!
La situazione politica presente, a livello nazionale e internazionale, appare sommuovere molte delle certezze, dei valori, dei convincimenti, che hanno accompagnato la nascita e l’avanzare dei sistemi democratici fin qui vigenti. Populismo e sovranismo imperversano ovunque, travolgendo i fondamenti culturali, politici e istituzionali su cui è stata costruita l’impalcatura dell’Europa e delle altre organizzazioni sovra nazionali.
Noi Verdi abbiamo senza dubbio il merito di avere visto per tempo la gravità della crisi politica, sociale e ambientale, l’insostenibilità del modello di sviluppo neocapitalistico e del neoliberismo rapace. Abbiamo denunciato fragilità e insufficienza delle istituzioni europee e internazionali che avrebbero dovuto e dovrebbero dare risposte alla crisi, mettendo al centro gli interessi e i bisogni del popolo e non quello di singoli stati, centri di potere, lobby, burocrazie tecnocratiche . Abbiamo avanzato proposte, specie a fronte del cambiamento climatico, che ormai è sotto gli occhi di tutti e richiede interventi e scelte immediate e globali per evitare l’irreversibile marcia verso il cataclisma planetario. Abbiamo indicato nella conversione ecologica e nella transizione per arrivarci, la via necessaria e imprescindibile per uscire dalla crisi ambientale, climatica e sociale. Il Green New Deal che abbiamo elaborato e proposto in Europa e in Italia, e non solo, continua a essere la proposta più realistica e concreta tra le varie ricette politiche avanzate, in grado di dare prospettiva, sostegno e unitarietà alle tante iniziative, progetti, processi di trasformazione e innovazione green in atto in tutti i settori economici e sociali, dall’agricoltura biologica e biodinamica, alla produzione energetica alternativa, alla decarbonizzazione dei trasporti, all’economia circolare, ecc..
Con la consapevolezza e gli strumenti della cultura ecologista e ambientalista, dobbiamo tuttavia fare i conti con le difficoltà politiche del presente, che richiedono un deciso cambio di passo e la presa d’atto che l’avanzare e il consolidarsi dell’alleanza di Lega e Cinque Stelle non rischia di travolgere solo i destini della Socialdemocrazia incarnata soprattutto dal PD, ma anche l’esistenza stessa della nostra forza politica. Dobbiamo con coraggio e molta più coerenza di quanto abbiamo fatto fin qui, specie dopo la sconfitta elettorale del 4 marzo, interrogarci sugli errori commessi e sulle scelte effettuate.
Nessuna e nessuno di noi pretende di avere ricette preconfezionate e risposte definitive. Per questo è importante il confronto serrato ma aperto, che vedrà il 9 settembre una prima importante tappa.
Condividiamo la necessità di rilancio del soggetto politico verde, che sia percepito non come un qualsivoglia “cespuglio” della sinistra, ma con una forte caratterizzazione ecologista e ambientalista, capace di rivolgersi all’intera popolazione, che sicuramente ha maturato, anche grazie alle nostre battaglie dentro e fuori le istituzioni, una coscienza rispetto ai temi dell’ambiente, della salute, della sostenibilità, del mutamento climatico, ecc…L’ecologia politica deve rappresenta l’approccio che ci caratterizza per affrontare tutte le problematiche della contemporaneità ( economia, occupazione, mercato del lavoro, migrazioni, giustizia sociale, ecc.).
C’è necessità di essere credibili e capaci di far confluire in un grande progetto le differenti espressioni dell’ecologismo ed ambientalismo, che rischiano l’autoconfinamento in associazioni, comitati, fondazioni, imprese, centri di studi, ricerca, divulgazione, riviste, ecc..Va anche compreso ciò che le elezioni hanno reso evidente: tra il popolo e la sinistra, a cui i Verdi sono stati assimilati, si è aperto un baratro e si è aperta una prateria per il populismo, come spiega la filosofa Annarosa Buttarelli. “Sottrarre il popolo al populismo” richiede ripensare la politica, riattivare il dialogo con il popolo, praticare l’ascolto delle istanze , dei bisogni, delle aspettative, dei disorientamenti e del desiderio di cambiamento e di partecipazione diretta, che non hanno trovato spazio nell’ambito della proposta politica di centro sinistra.
Le elezioni europee possono essere l’occasione per la presentazione di una lista dei Verdi, con il nostro simbolo, che non significa chiusura e autoreferenzialità, ma capacità di ripresentarsi, forti anche dell’appartenenza alla famiglia dei Verdi europei, con chiarezza e determinazione, senza ambiguità e fraintendimenti? Consapevoli delle difficoltà dovute alla soglia di sbarramento, all’insufficienza di risorse finanziarie a disposizione, alla contingenza politica non certo favorevole, crediamo tuttavia che la scadenza delle elezioni europee possa rappresentare una grande opportunità per tentare l’impossibile: aggregare le forze veramente capaci e desiderose di rilanciare l’ecologia politica in Italia, di superare la frammentazione e divisione presenti nell’ambientalismo ed ecologismo italiano, di dare spazio e visibilità alle realtà più nuove e giovani che si affacciano sulla scena politica, di trasformare linguaggi, forme e pratiche della politica, troppo inquinata dall’eccesso narcisista di leader e leaderini. Li abbiamo visti all’opera prima e dopo le elezioni nelle fila della sinistra e li vediamo sempre più tronfi in quelle della nuova maggioranza al potere leghista-pentastellato. Abbiamo sempre detto che è necessaria una conversione ecologista soggettiva e della società. Per questo è decisivo rapportarsi ai nuovi movimenti delle donne che stanno ancora una volta mettendo all’ordine del giorno questioni di fondo per la tenuta della nostra civiltà, come le corrette relazioni tra uomini e donne, e sapersi avvantaggiare della cultura e sapienza di origine femminile, anche attingendo dalla produzione pratica e teorica dell’ecofemminismo.