Alla fine l’Italia a Marrakesh non c’era. 164 Paesi del mondo hanno firmato il Global Compact sulle migrazioni, ma il nostro governo su questo tema si è spaccato e tutto dipenderà dal voto del Parlamento. Intanto Amnesty International accusa l’Italia di gestione repressiva dei migranti e attacco ai diritti umani.
Dal 2000 sono morti oltre 60 mila migranti nella speranza di trovare una sorte migliore lasciando il proprio Paese. Lo ha ricordato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, poco prima del voto, ma non tutto il mondo è coeso sulla scelta di prendere provvedimenti. A luglio erano stati in 193 ad esprimersi a favore del Patto, il primo giudizio a favore era stato quello del 2017, poi però progressivamente in molti si erano tirati indietro, a partire dagli Usa di Donald Trump. Gli stessi Usa da dove nel 2016 era stato posizionato il primo tassello in questo quadro con la firma da parte di tutti i 193 membri Onu della Dichiarazione di New York sui migranti e sui rifugiati. Favorevole la Germania, la cui cancelliera Angela Merkel ha anche ricevuto un lungo applauso a Marrakesh per aver ospitato centinaia di rifiugiati a seguito della guerra, siriani in particolare.
Il Global Compact non è un trattato legalmente vincolante, è composto da 23 obiettivi esplicitati in azioni che dovrebbero agevolare una migrazione “sicura,ordinata e regolare”. L’Onu non potrà dunque imporre alcuna politica migratoria particolare agli Stati membri con questo documento, che punta esclusivamente a creare maggiore cooperazione in materia e risulta essere di fatto una dichiarazione di impegni.
Il Global Compact ha tra i propri scopi quello di ridurre i rischi affrontati dagli individui lungo la migrazione e quello di contrastare gli elementi che impediscono loro di mantenere mezzi di sostentamento nei propri luoghi di origine. Tra le linee guida: la centralità delle persone, la cooperazione internazionale, il rispetto della sovranità di ogni Stato e delle norme internazionali.
I Paesi contrari, in sostanza, temono che si tratti del presupposto per concedere una sorta di diritto a migrare a coloro che “invadono” i nostri confini. Le ragioni populiste delle destre europee fanno poi leva sul fatto che sia scorretto concedere più sostegno agli Stati che ospitano più rifugiati. Il Global Compact è un terreno scivoloso, un terreno su cui il governo del Belgio è addirittura caduto. L’Italia ha partecipato negli anni scorsi a tutti gli incontri, poi Matteo Salvini ha parlato di differenza tra migranti economici e rifugiati politici, che invece l’accordo metterebbe sullo stesso piano, aumentando il rischio di un’immigrazione incontrollata e impossibile da arginare. Quello dell’Italia al momento però non è un voto negativo, sebbene l’assenza a Marrakesh sia sintomatica delle posizioni dominanti nel nostro governo.La firma del documento è avvenuta nel giorno in cui si celebravano i 70 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, celebrata anche dal premier Giuseppe Conte proprio mentre l’Italia ignorava quanto si stava firmando in Marocco. “Apprezziamo che il Premier Conte abbia voluto ricordare che oggi celebriamo i settant’anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, una dichiarazione che pone al centro la persona, la sua dignità e la sua libertà, contro ogni forma di discriminazione e di ingiustizia. Ma ci domandiamo come questo annuncio si possa conciliare con l’atteggiamento del suo Governo che non rispetta assolutamente i diritti delle migliaia di persone che affrontano traversate pericolose, dolorose e spesso mortali per scappare da guerre, povertà e cambiamenti climatici che rendono le loro terre invivibili, a maggior ragione oggi che l’Italia ha disertato la conferenza di Marrakech e la sottoscrizione del Global Compact“, commentano i co-portavoce dei Verdi Matteo Badiali ed Elena Grandi, che ricordano anche come mentre Conte celebrava i diritti umani un rapporto di Amnesty International denunciava che “In Italia c’è una gestione repressiva dei migranti e attacco ai diritti umani” e individua a monte una retorica xenofoba e la pratica di sgomberi forzati, senza l’offerta di alternative. Sempre secondo Amnesty – spiegano i due co-portavoce – il governo Conte ha continuato ad ostacolare lo sbarco in Italia di centinaia di persone salvate in mare, infliggendo loro ulteriori sofferenze e minando il funzionamento complessivo del sistema di ricerca e salvataggio marittimo. Conte ha perso un’occasione per annunciare un cambio dirotta del suo governo: è ora di costruire una gestione del fenomeno migratorio tesa all’integrazione e alla tutela dei diritti umani dei rifugiati in completa controtendenza rispetto a quanto dimostrato finora.