Un’Onda Verde attraversa l’Europa. Ogni venerdì migliaia di ragazzi si riversano nelle strade e nelle piazze delle principali città Europee per chiedere ai potenti di dare priorità alle questioni ambientali, ovvero al loro futuro. Tutto è nato da una giovane ragazza svedese, Greta Thunberg, che a fine agosto del 2018, ha deciso di manifestare da sola sedendosi con un cartello di fronte alla sede del Parlamento: “sciopero della scuola per il clima” recitava la scritta. Il suo intento è quello di scioperare finché il governo (ora diventati i governi) non prenderà una soluzione per diminuire la produzione di gas serra. Nel giro di poche settimane Greta non era più sola perché lo sciopero del venerdì è stato accolto da altri ragazzi come lei, in Belgio, in Germania, in Olanda ed è arrivato anche in Italia.
A Gennaio di quest’anno a Roma e Milano sono iniziati i primi raggruppamenti ed ogni settimana si aggiungono gruppi in ogni città. All’inizio di febbraio gli studenti mobilitati hanno raggiunto la cifra di 75 mila, lasciando presagire una presenza che non potrà più essere ignorata e destinata ad aumentare in vista dello sciopero del 15 marzo. La scorsa settimana a Le Hague si è assistito alla più grande manifestazione per i temi ambientali mai avuta in Olanda. Dall’Europa la protesta si sta espandendo in Australia ed in America dimostrando la sua dimensione globale. In contatto tramite i social network – che fanno del movimento una vera e propria rete – questi giovani stanno riscoprendo un progetto condiviso, pacifico e costruttivo.
Se ne scorge il fattore generazionale nella volontà di avere una visione aperta verso il futuro ma che non si esprime attraverso la frattura generazionale fra mondo giovanile e mondo adulto che ha caratterizzato altre forme di protesta del passato. Ogni giorno, su Instagram, per citare un esempio, appaiono nuovi simboli verdi con la rappresentazione della terra al centro ed il nome della città in cui si stanno riunendo gli studenti per i “Fridays for Future”: Vienna, Berlino, Dresden, Duesseldorf, Potsdam, Hannover, etc; in Italia Roma, Milano, Firenze, Torino, Taranto, Sassari, Napoli e molte altre.
Ci presentano, i giovani manifestanti, una visione del futuro che rompe gli schieramenti ideologici tradizionali, una posizione che appare disinteressata alla catalogazione/contrapposizione fra destra e sinistra perché proprio per la caratteristica del tema, quello della salvaguardia del pianeta, diventa universale. Non si tratta, però, di una lotta a-politica ma di un superamento delle contrapposizioni passate basato sulla collaborazione ed il dialogo, una apertura al mondo politico verso cui ci si rivolge in chiave dialettica attraverso richieste di attenzioni verso tematiche fondamentali e l’attesa di una risposta adeguata. Non una lotta per il potere, dunque, ma una presenza massiccia per il riconoscimento di un ruolo sociale dei giovani in quanto eredi e testimoni del patrimonio ambientale.
“Siamo noi giovani a dover prendere una posizione, se voi non lo fate”, dice Greta parlando con un pubblico sempre più vasto, rivolgendosi ai “potenti” al WEF (World Economic Forum) di Davos ed alla conferenza delle Nazioni Unite per il Clima COP24, e chiedendo di non ignorare la richiesta di intervenire al più presto per prevenire i cambiamenti climatici per “invertire la rotta”.