Continua il “il grande bluff” (per utilizzare un eufemismo) della Manovra giallo-nera. Dopo aver affossato il Terzo Settore con la norma che elimina l’IRES agevolato per il settore non profit, pian piano che viene alla luce il testo di questa legge di Bilancio si scoprono nuovi altarini. Per fare un nuovo esempio di quanto possa essere scombinata questa Manovra guardiamo il punto delle spese militari.
Se in campagna elettorale Di Maio gridava a gran voce: “Gli F35 non servono a nulla, taglieremo le spese militari”, quello che è inserito nella Finanziaria è esattamente l’opposto: gli F35 sono diventati “irrinunciabili” e si è trovato un modo – alquanto subdolo – addirittura per aumentare i fondi destinati alle spese militari.
Ce lo fa notare chiaramente Angelo Bonelli che afferma: “Abbiamo scoperto il bluff di Di Maio: non c’è alcuna riduzione di spese militari nella manovra economica approvata. Abbiamo scovato nella legge di bilancio approvata il 23 dicembre scorso, due commi che invece le spese militari le aumenta”.
“Si tratta del comma 163 sexies e del 223 novies: il primo prevede assunzioni per i programmi di produzione militare il secondo prevede che una parte del ricavato, 10%, delle dismissioni immobiliari dei beni della Difesa siano destinati a spese di investimento militari. Una partita di giro di gattopardesca memoria per dire che tutto cambia per non cambiare nulla.”
“Da una parte -continua l’esponente dei Verdi – si riducono le spese militari per 570 milioni di euro spalmati in 12 anni,praticamente 47 milioni di euro l’anno, mentre dall’altra invece si fanno entrare risorse per spese militari dalla vendita degli immobili del ministero della Difesa, sono oltre 1000 gli immobili da mettere in vendita, e con assunzione di nuovo personale finalizzati proprio al sostegno alla produzione militare, il tutto per oltre 500 milioni di euro.”
“Il governo inoltre conferma- dichiara l’ecologista – il dispendioso programma di acquisto dei caccia F35 e il ministro Trenta annuncia che l’Italia raggiungerà il 2% del Pil destinato alle spese militari entro il 2024 passando da una spesa da 64 milioni a 100 milioni di euro al giorno.”