Cara FCA, l’Ecotassa non è una punizione, ma una possibilità per l’auto elettrica

Le dichiarazioni ieri fatte da Manley, numero uno del gruppo FCA, sul rivedere il piano di investimenti del Gruppo in Italia a causa dell'Ecotassa destano perplessità. Perchè non cogliere la palla al balzo per lanciare il settore dell'auto elettrica?
ecotassa

Dalle dichiarazioni ieri fatte da Manley, numero uno del gruppo FCA, il quale annuncia di voler rivedere il piano di investimenti del Gruppo in Italia a causa dell’Ecotassa è chiaramente scoppiato un gran polverone sulla questione.
Conti alla mano, in realtà la questione Ecotassa non dovrebbe impattare particolarmente, capiamo perchè: a subire i contraccolpi più incisivi dell’Ecotassa sarebbe una quantità decisamente marginale sul totale che impatterebbe su vetture che montano motori di potenza/cilindrata elevata oppure particolarmente vecchi. Infatti, secondo i dati del mercato italiano dell’auto nel 2018, a essere colpito dalla misura – che prevede quattro scaglioni diversi –  sarebbe una cifra persino inferiore al 5% del totale di tutte le  automobili immatricolate in un anno in Italia da tutte le case automobilistiche.

Facendo un piccolo conto sulle vendite di FCA dello scorso anno vediamo che, nel nostro Paese, il Gruppo ha “piazzato”  502 mila automobili. Ciò vuol dire che significa che le unità coinvolte nel provvedimento, considerata la peggiore delle ipotesi, si aggirerebbero intorno alle 25 mila.
Se consideriamo che in tutto il mondo il gruppo FCA ogni anno vende 5 milioni di auto, alla fine della fiera, 25 mila veicoli che rientrerebbero nell’ecotassa non sono poi così tanti da poter giustificare cambi di direzione così allarmanti nel piano di produzione, giusto?

Come Verdi è molto tempo che chiediamo al gruppo FCA di investire nella filiera produttiva dell’auto elettrica, anche per evitare che un’azienda così importante del nostro Paese si ritrovi ad “arrancare” in questo frangente rispetto a molte case automobilistiche che si stanno già muovendo da tempo nella direzione dell’ibrido e dell’elettrico.
Con il passare del tempo anche la buonanima di Marchionne qualche mese prima di lasciare questo mondo si era reso conto della necessità di questa innovazione produttiva, pena restare ancora più indietro rispetto alla produzione orientale.
Infatti secondo le stime di molti economisti, l’Oriente sta tendendo a diventare predominante in questo segmento produttivo, che sta acquisendo una rilevanza sempre maggiore nel mercato delle automobili.

Sull’argomento sono intevenuti i Co-portavoce dei Verdi Elena Grandi e Matteo Badiali che hanno così commentato: “L’occasione dell’ecotassa può essere perfetta per rilanciare il settore dell’auto che ha un trend negativo. FCA non ci ha mai creduto in passato, ma visti gli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni e visto l’interesse crescente al settore della mobilità elettrica, l’A.D. di FCA, MIke Manley dovrebbe osare di più e attuare una vera conversione ecologica del settore auto, offrendo un vero contributo al contrasto dei cambiamenti climatici” e spiegano:”Il Sindacato inoltre non dovrebbe spaventarsi dalle revisioni annunciate dai vertici FCA bensì cavalcare l’#ondaverde e chiedere un forte investimento nel settore elettrico che potrebbe ridare vigore al settore occupazionale, oltreché contribuire alla salute e al benessere delle persone con auto ad emissioni zero. Auspichiamo quindi che si colga al volo questa occasione per agire immediatamente per contrastare il cambiamento climatico che sta bussando alla nostra porta”.

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