Rinnovabili: oltre 300 miliardi di dollari investiti nel mondo

L’Italia ha investito 2.8 mld di dollari e fa registrare un buon +11%, nonostante una performance peggiore rispetto a quella del 2017, quando i mld investiti erano stati 2,5 e la crescita rispetto all’anno precedente del 15%.
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Notizie positive sul fronte degli investimenti nelle energie rinnovabili nel mondo. I dati sono quelli dell’ultimo aggiornamento del Bloomberg New Energy Finance, che parlano di 332,1 mld di dollari investiti. Si registra un calo dell’8% rispetto al 2017, ma il 2018 è stato comunque il quinto anno consecutivo in cui gli investimenti hanno superato la soglia dei 300 mld a livello mondiale.

Ci sono differenze abbastanza marcate tra le varie fonti. L’eolico fa registrare un +3% e 128,6 mld investiti, con l’offshore alla sua seconda performance migliore di tutti i tempi. In crescita anche l’interesse per contatori intelligenti e veicoli elettrici.

Il dato che fa più riflettere è la decrescita del solare: -24% e 130.8 mld di dollari di investimenti, ma in parte la spiegazione è legata al calo dei costi totali di installazione di nuova potenza. Secondo il Bloomberg New Energy Finance, nel 2018 il costo di installazione di 1 MW di potenza fotovoltaica è sceso del 12% dal momento che i produttori hanno ridotto i prezzi di vendita a causa di un eccesso di pannelli presenti sul mercato globale. Il surplus è stato poi aggravato da un cambio netto nelle politiche cinesi che ha visto la riduzione dei progetti beneficiari di incentivi. Questo spiega anche un calo di investimenti nel solare in Cina: -53% e 40.4 miliardi di investimenti nel 2018.

Tra i progetti fotovoltaici più rilevanti dell’anno, segnaliamo i 800MW del complesso solare NOOR Midelt in Marocco e il NLC Tangedco da 709MW in India, uno dei Paesi in cui si registra anche il costo del capitale minore per MW fotovoltaico.

25,7 mld di dollari nel 2018 sono andati all’eolico offshore, con investimenti che salgono del 14%. Molti progetti sono in Europa, basti pensare ai 950MW del Moray Firth East nel mare del Nord. Ma ci sono 13 progetti cinesi che presto prenderanno corpo e hanno catturato qualcosa come 11.4 mld di dollari di investimenti. E’ il segnale che Paesi come Regno Unito e Germania hanno fatto da apripista, ma poi la competizione sarà a livello globale, con la Cina che si avvia a diventare il mercato più grande per questa tecnologia e location come Taiwan e la East Coast degli Usa su cui sono puntati gli occhi degli sviluppatori.

L’onshore ha attirato 100.8 mld, comunque registrando un +2%. Segnaliamo i 706MW installati da Enel Green Power in Sudafrica. Percentuali positive anche per il comparto biomasse (+18%, 6.3 mld) e quello biofuel (3 mld). Per il resto, il geotermico fa registrare un +10% con 1.8 mld, il mini-idroelettrico scende del 50% a 1.7 mld.

In generale, la Cina detta le dinamiche del mercato e della transizione, determinando un abbassamento dei costi del fotovoltaico, una crescita dell’eolico offshore e generando un interesse crescente per i veicoli elettrici. Alle spalle della Cina, nella classifica globale per investimenti in rinnovabili, troviamo gli Usa, con 64.2 mld, +12% nonostante le politiche del presidente Donald Trump a favore delle lobby delle fossili.

Seguono in classifica, considerando i Paesi che hanno investito oltre 2 mld di dollari nel 2018: Giappone (27.2 mld, -16%), India (11.1 mld , 21%), Germania (10.5 mld, -32%), Regno Unito (10.4 mld, +1%), Australia (9.5 mld, +6%), Spagna (7.8 mld, con investimenti maggiori di 7 volte anno su anno).

L’Italia ha investito 2.8 mld di dollari e fa registrare un buon +11%, nonostante una performance peggiore rispetto a quella del 2017, quando i mld investiti erano stati 2,5 e la crescita rispetto all’anno precedente del 15%.

Percentuali positive, ma nel nostro Paese già l’Enea parla, in un quadro al 2030, di “criticità elevata nel caso della proiezione di sviluppo delle fonti rinnovabili. La modesta discesa delle emissioni nei primi nove mesi dell’anno consolida infatti un trend non in linea con gli obiettivi di lungo periodo. Anche l’evoluzione della produzione da fonti rinnovabili, con variazioni della potenza elettrica installata in calo rispetto al 2017, è tale che a fine anno la quota di fonti energetiche rinnovabili (Fer) sui consumi finali lordi resterà sui livelli dell’anno precedente, dunque ben al di sotto della traiettoria coerente con l’obiettivo del 28% stabilito dalla Strategia energetica del 2017, che sarà per di più probabilmente rialzato nel prossimo Piano energia e clima”.

Un discorso simile a quello del Gse, che avvertiva: con questo trend di sviluppo, le rinnovabili soddisferanno solo il 22% dei consumi energetici nazionali al 2030, mentre l’obiettivo Ue è del 32%.

In tutto ciò, la Proposta di Piano nazionale integrato per l’Energia ed il Clima è stata inviata dal governo a Bruxelles: ma al suo interno è inserito un 30% di produzione di energia da rinnovabili nei consumi finali al 2030.

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